“Fine pena mai”. Anche in appello il dispositivo di sentenza per Christian Leonardi, accusato e condannato in primo grado di giudizio per la morte della moglie Eligia Ardita e della bambina che la donna portava in grembo da otto mesi, è stato condannato all’ergastolo.
Una pena confermata per Leonardi anche dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania che questa mattina hanno tirato le fila su una vicenda giudiziaria che ha visto ancora una donna vittima all’interno delle mura domestiche.
Nonostante le avvocate di Leonardi, Felicia Mancini e Vera Benini nella scorsa udienza avessero sottolineato l’innocenza dell’ex guardia giurata parlando una di una confessione estorta, puntando quindi ad una condanna per omicidio preterintenzionale, a nulla è valso.
E’ ergastolo per la seconda volta.
Eligia Ardita morì la notte del 19 gennaio del 2015 all’interno della casa coniugale di via Calatabiano. La morte dell’infermiera siracusana sarebbe circoscritta in un range compreso tra le ore 22.05 e le ore 22.35 del 19 gennaio 2015. Il decesso del feto che la donna portava in grembo, invece, sarebbe collocato ad una distanza di dieci minuti dalla morte della madre, ovvero tra le ore 22.15 e le ore 22.45 dello stesso giorno.
La svolta arrivò ufficialmente il 12 settembre del 2015 quando l’appartamento sito in via Calatabiano venne sottoposto a sequestro per consentire gli inquirenti, impegnati nell’attenta ricognizione, di effettuare i rilievi scientifici all’interno di quella casa, posta all’ultimo piano di un piccolo stabile, dove morì Eligia.
Il 19 settembre, ad otto mesi dalla morte di Eligia. Christian Leonardi si recò al comando provinciale dei Carabinieri di viale Tica, accompagnato dal suo ex avvocato. Tra la folla che si è riunita fuori dal Comando, circolava la voce che l’uomo stesse per rilasciare alcune dichiarazioni spontanee. Ma quell’indiscrezione diventò subito realtà. Christian Leonardi stava confessando l’omicidio della moglie.
Udienze su udienze inizia a susseguirsi. Il 10 ottobre del 2018 il Pubblico Ministero Fabio Scavone aveva richiesto alla Corte d’Assise (presidente, Giuseppina Storaci; a latere, Alessandra Gigli) di condannare Leonardi alla pena dell’ergastolo e alla pena accessoria dell’isolamento diurno per la durata di un mese. Il 24 ottobre del 2018 i difensori delle parti civili, Francesco Villardita, Cristiano Leonardi e Giambattista Rizza, avevano anche essi richiesta per il marito della Ardita la condanna all’ergastolo. Diversa, invece, la posizione dei due legali di Christian, Vera Benini e Felicia Mancini, che nell’udienza del 28 novembre 2018 richiesero l’assoluzione e la scarcerazione, o la riduzione ai domiciliari, sostenendo che non c’era stato alcun omicidio nell’abitazione in cui vivevano Leonardi e la moglie in quanto quest’ultima sarebbe morta per arresto cardiaco.
Il secondo grado di giudizio, però, non lascia scampo a Leonardi. Condannandolo ancora una volta alla pena dell’ergastolo.