Porta la firma del pm Andrea Palmieri, Sostituto Procuratore della Repubblica, la richiesta di rinvio a giudizio per un 48enne residente a Prata Sannita in provincia di Caserta. L’udienza preliminare in Camera di Consiglio è prevista per giorno 27 febbraio 2023 presso il Tribunale di Siracusa.
Gli atti del procedimento penale riguardano una vicenda che Siracusa Times sta seguendo passo passo dal primo giorno. Una vicenda che vede protagonista Mirella Abela, noto volto nel capoluogo aretuseo sia per il suo impegno politico sia per quello sociale, ormai da anni vittima di minacce reiterate da parte del convivente della figlia Valeria Pandolfo (deceduta il 17 maggio del 2021 in quel di Prata Sannita, in circostanze ancora poco chiare).
Pare che la Abela sarebbe stata vittima di stalking, minacce di morte che l’abbiano fatta temere, fortemente, per l’incolumità della propria e della famiglia. Minacce che hanno causato alla donna un grave stato di ansia che l’avrebbe costretta a modificare, completamente le abitudini di vita.
Mirella Abela, infatti, oltre ad essere catapultata all’interno di diversi gruppi whatsapp avrebbe subito insulti, dal 48enne, con messaggi di carattere fortemente denigratori, minaccioso ed a sfondo sessuale. Pare che l’uomo avrebbe instigato anche i partecipanti alle varie chat a minacciare la Abela.
A quanto pare il reato si sarebbe consumato al fine di vendicarsi, dapprima, dell’opposizione di Mirella Abela alla relazione sentimentale che l’uomo intratteneva con la figlia Valeria e, successivamente, dalla decisione della donna di richiedere al Tribunale per i Minorenni di Catania formale affidamento della nipote minore.
Abbiamo raggiunto Mirella Abela telefonicamente che con la voce rotta ci ha dichiarato: “è quello che volevo, volevo e voglio solo la giustizia e la verità e non mi fermerò mai nel cercarla e trovarla grazie alle forze dell’ordine e della legge“.
Un piccolo tassello si unisce ad una cornice tanto piena quanto ancora vuota per una donna che non ha mai smesso un solo istante di invocare e sperare nella giustizia.
Il luogotenente Santo Parisi Comandante della stazione dei Carabinieri Ortigia ha dichiarato con grande soddisfazione: “siamo stati vicini alla signora Abela dal primo momento che ha sporto denuncia rassicurandola in questo percorso verso la giustizia“.
Raggiunta telefonicamente, l’avvocata Gabriella Mazzone legale di Mirella Abela, ha dichiarato: “quello di oggi è un primo passo verso la verità che arriva in una giornata particolare dedicata ad eliminare ogni forma di violenza perpetrata contro le donne. Dal contenuto della richiesta di rinvio a giudizio si evince che le indagini sono state assai complesse, in quanto quasi tutte le condotte sarebbero state posse in essere attraverso il mezzo informatico e ciò ha richiesto l’esame di centinaia di migliaia di file. Il mondo virtuale è una giungla talmente vasta da diventare un pericolo concreto da chi ne viene risucchiato e le vittime di questa, come di tutte le forme di violenza, non devono essere lasciate sole mai”.
Si attende quindi la decisione del Gup per fare chiarezza su una vicenda fatta di “fantasmi” purtroppo reali.