News Siracusa: si marcerà a piedi nudi per sostenere chi fugge dalla guerra e chiede asilo. Venerdì 11 settembre, contemporaneamente ad altre città italiane, anche a Siracusa, prenderà vita la “Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi”, una manifestazione che vedrà promotori e cittadini marciare insieme, a partire dalle ore 18, dalla Capitaneria di Porto alla Stazione Ferroviaria.
L’iniziativa può, se colta con entusiasmo, rappresentare un punto di partenza. L’inizio di un’inversione di rotta, o quanto meno, di un percorso di cambiamento, di tolleranza verso chi è vittima di violenza, ingiustizie militari o religiose.
A spiegare le motivazioni a base dell’iniziativa, è proprio il manifesto dell’evento nazionale “Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi”, dove si legge: “noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La Marcia degli Uomini Scalzi è l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti.
Chiedere con forza i primi necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
- certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
- accoglienza degna e rispettosa per tutti
- chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
- creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino”.
La Sicilia è uno dei territori maggiormente coinvolto dalle “ondate” migratorie, è un dato di fatto. Ogni giorno assistiamo, ascoltiamo e discutiamo di un fenomeno straordinariamente significativo, davanti al quale è estremamente difficile restare indifferenti. Per cui, anche a Siracusa si marcerà insieme a piedi nudi lungo un cammino simbolico, in un’istantanea di solidarietà verso il doloroso percorso di chi, privo persino di un paio di scarpe, scappa dalla propria terra in cerca di pace.