Siracusa. Un pubblico maturo e colto, ha applaudito ieri, presso la sede dell’associazione “Il cerchio” di Siracusa, “Gli esagoni di Borges”, di Corrado Di Pietro, poeta, saggista, conferenziere, pachinese di nascita, ma che vive ed opera a Siracusa.
Il libro, una raccolta di racconti tra realtà e fantasia, viene introdotto dai professori Nello Amato, presidente dell’associazione “Storia Patria di Siracusa” ed Egidio Ortisi, altresì noto per i suoi ruoli da politico o ex, come lui stesso in premessa ha preferito definirsi.
«Una scrittura semplice quella usata dal Di pietro, nessun tentativo di nobilitarla, per cui il testo non necessita di spiegazioni ulteriori e per questo mi soffermerò sulla mia personale testimonianza da lettore».
Sono le parole di Amato che attraverso la propria esperienza di lettura, ripercorre il testo in maniera piuttosto analitica, fornendo minuziosi dettagli sui personaggi protagonisti dei racconti, spunti interessanti per i futuri lettori dello stesso. Con un’ampia panoramica su scrittori e scrittura, Ortisi mette a confronto l’autore, che definisce fondamentalmente un poeta, nonostante la struttura geometrica del testo, con una vasta carrellata di grandi nomi della letteratura, mettendone in luce similitudini e vicinanze.
La ricca e dettagliata introduzione lascia all’autore lo spazio necessario per raccontare del suo “incontro” con Jorge Louis Borges, al quale rivela tutte le incertezze che uno scrittore ha prima di pubblicare una propria opera. Segue una lettura calda e appassionata di un capitolo del libro, che ha per protagonista una sentinella, e che lascerà ai presenti la curiosità di scoprire gli altri personaggi de Gli Esagoni di Borges.
Un plauso speciale va alla illustratrice del libro, assai elogiata da autore e relatori. Lisa Barbera, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, al suo secondo lavoro da illustratrice, interpreta e traduce meravigliosamente in figure, il contenuto di ogni singolo racconto. La tecnica, la policromia delle sue opere, le atmosfere create, sono un contributo a cui l’opera non potrebbe rinunciare.
Di Mariagrazia Cavarra