Siracusa. L’associazione “Giustizia per Lele Scieri” guidata da Carlo Garozzo, si rivolte con una lettera al sindaco di Pisa affinché venga rimossa la scritta ingiuriosa di colore verde che si trova sulla parete di un edificio di via Roma.
«L’associazione “Giustizia per Lele Scieri” – come si legge dalla lettera inviata al primo cittadino pisano – lotta ormai da più di diciotto anni per la ricerca della verità e della giustizia sulla tragica morte del giovane siracusano Emanuele Scieri avvenuta il 13 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa durante l’espletamento del proprio dovere: servire lo Stato. Una tragica vicenda che ha segnato la storia recente delle nostre citta: Siracusa e Pisa.»
La Procura ha deciso di riaprire le indagini a seguito del lavoro svolto dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta diretta dal deputato Sofia Amoddio.
«Grazie al supporto della società civile – si legge ancora nella lettera – di numerosi Consigli Comunali e tra questi proprio quello di Pisa, nel novembre del 2015, il Parlamento italiano ha votato l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta con l’intento di far luce sui tragici accadimenti di quella maledetta notte d’agosto. Il lavoro posto in essere dalla Commissione è stato estenuante e le recenti conclusioni alle quali la stessa è giunta, hanno non solo confermato che Emanuele è stato barbaramente ucciso, ma soprattutto hanno indotto la Procura di Pisa nel riaprire le indagini per omicidio volontario».
«La nostra associazione, nel rispetto dei ruoli, ha come unico obiettivo quello di difendere la memoria di Emanuele Scieri e di perseguire con ogni mezzo la ricerca della verità e della giustizia. Nel merito di questa mia, senza ulteriormente! tediarLa, certo che la storia di Emanuele Scieri è da Lei Conosciuta e fortemente sentita, Le scrivo a seguito della segnalazione ricevuta da alcuni suoi concittadini, aderenti al nostro gruppo facebook “Verità e Giustizia per Lele”, e da alcuni ex studenti Siracusani che frequentarono l’Università di Pisa all’epoca dei fatti e che ancor oggi hanno vivido il ricordo di Emanuele».
«La segnalazione in questione si riferisce ad una indecorosa scritta di colore verde riportata sulla parete di un edificio sito in via Roma tra il civico n. 61 e il n.63 che testualmente recita: “Militari di Merda, tutti come Scieri”. Tale scritta,!a firma di qualche facinoroso, esiste da numerosi anni (come testimoniato anche dagli ex studenti universitari sopra citati) e come potrà notare, non solo non è stata mai oggetto di rimozione ma nel tempo sopra di essa è stata pure realizzata una grondaia».
«Le saremmo grati se l’amministrazione comunale potesse tempestivamente intervenire nel promuovere la rimozione della scritta in questione non solo per la crudezza del contenuto e il richiamo al nostro caro Emanuele ma anche per non alimentare manifestazioni di odio o posizioni personali contro o !a favore del mondo militare. Siamo convinti che la ricerca della verità e della giustizia sulla morte di Emanuele debba potere essere sentita e voluta da tutti gli attori coinvolti proprio!con l’intento di ridare dignità alle istituzioni siano esse militari e non. Non abbiamo mai offeso gratuitamente nessuno e mai lo faremo».