Gli spazi espositivi del Castello Maniace si trasformano, con più di settanta sculture, in una narrazione di un mondo che deve, vuole e deve fare in modo che si attui l’uguaglianza di genere. La sala Ipostila, invasa dall’onda scultorea delle opere create dall’artista Davide Dall’Osso, strega i visitatori. Li strega facendoli sognare grazie alla bellezza ma li riporta, contemporaneamente alla realtà attraverso le voci di donne. Voci che sussurrano. Voci che urlano. Voci che chiedono di essere ascoltate tramite un’onda leggera ma nel contempo inarrestabile. Sono le voci di Aretusa, Desdemona, Griselda e tutte le altre figure femminili della letteratura che, avendo “vissuto” la violenza di genere, ci offrono in dono dalla loro brutale esperienza la possibilità di un cambiamento netto, concreto, reale, visivo che riesca, attraverso “il vero amore” a spingere verso l’uguaglianza di gente per vivere un mondo “perfetto”.
“In un mondo Perfetto”: è proprio questo il titolo della mostra di Dall’Osso che, dopo l’inaugurazione di ieri, sarà fruibile al pubblico fino al 31 dicembre.
Le opere delle scultore figurativo, realizzate interamente con scarti di polimero plastico, il policarbonato di recupero industriale accompagno Davide Dall’Osso da 25 anni in un lavoro che lo vede proiettato verso un’idea di green e di economia circolare.
L’installazione, ieri nel giorno della sua inaugurazione, è stata accompagnata da una performance che ha coinvolto la danzatrice e coreuta Francesca Lettieri insieme all’attrice Camilla Violante Scheller (la cui voce narrante è stata parte integrante dell’opera per tutta la durata della mostra). La due donne hanno dato movimento e voce all’installazione, con la regia di Fabrizio Visconti.
<Arriviamo da un retaggio culturale di violenza e di abuso nei confronti del femminismo – ha dichiarato l’artista durante il vernissage – e quello che ho fatto è mettere in luce come noi maschi, molto spesso, non riusciamo a capire cos’è che non funziona. Alle volte proviamo delle emozioni e delle sensazioni che non riusciamo a gestire con noi stessi e non abbiamo l’apertura che le donne invece hanno di confrontarsi tra di loro e di aprirsi. E questo molto spesso ci porta ad una incomprensione interna che può sfociare soltanto in un atto di violenza, in un atto di barbaria>.
<Spero che questa installazione porti tutti noi, soprattutto gli uomini, ad entrare in una specie di catarsi che ci faccia dialogare di più con noi stessi e ad aprirci nei confronti degli altri> – ha concluso Dall’Osso.
L’artista, nato a Pesaro, tramite le sue opere sottolinea di non aver mai cercato conferme del suo essere imponendo il proprio pensiero, di non essersi mai tirato indietro di fronte a situazioni che mettevano a repentaglio le sue certezze ma, trovandosi di fronte alle cronache di violenza di genere, ha ammesso di essersi reso conto di aver fatto un passo a lato. Un passo a lato per non esserne veramente toccato, talmente attonito da non riuscire a trovare un modo per rispondere.
A nostro avviso, invece, Dall’Osso, con la sua “In un modo Perfetto” è riuscito perfettamente a cogliere il problema della violenza di genere “sbattendolo” con delicatezza e determinazione allo stesso tempo davanti ad ogni visitatore.
Della performance verrà realizzato un corto d’arte con la regia e montaggio di Paolo Boriani e Giuliano Caprara, in qualità di direttore della fotografia, che sarà visibile all’interno degli spazi del Castello Maniace dai primi di luglio.
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