Dopo due anni di capienza ridotta a causa delle restrizioni dettate dal Covid, il Teatro Greco di Siracusa ha accolto 4mila spettatori per la cinquantaseiesima stagione di rappresentazioni classiche.
Ad accendere i riflettori è stato l’Agamennone di Eschilo per la regia di Davide Livermore. La scenografia resta legata a quella degli scorsi anni per non spezzare la trilogia, l’Orestea, messa in scena dal regista torinese di fama internazionale
I riferimenti sono chiari ed a tratti moderni. La voce meccanica che accompagna alcuni tratti sembra tratta da una delle stagioni della serie tv cult American Horror Story. Sul grande occhio elettronico, posto al centro della scenografia, stormi di uccelli riportano lo spettatore al mondo ansiogeno di Alfred Hitchcock. Lo spettro di Ifigenia, con il suo abbigliamento, sembra rievocare da sola Alice nel Paese delle Meraviglie , ma nel contempo, con la scelta del suo sdoppiamento, è un a chiara riferimento a Stanley Kubrick con le inquietanti gemelle del suo Shining.
Lo spettacolo scorre veloce. Il coro incanta il pubblico così come tutti i protagonisti in scena. Il finale illumina inaspettatamente il Teatro Greco quando gli spettatori, costretti a specchiarsi nella scenografia riflettente si ritrovano parte integrante dello spettacolo. Gli smartphone, sempre in mano, per una volta non riprendono la scena ma ondeggiano armonicamente trasformandosi in torce mentre sul palco il cast schierato da Livermore inizia a cantare “Glory Box” di Portishead.
Ed è un tripudio di applausi per l’apertura della stagione teatrale 2022.
“Avere la straordinaria occasione di dirigere l’Agamennone di Eschilo – sono le parole di Livermore – significa accogliere la sfida di partire dall’archetipo per porre le premesse che, in maniera “irrefrenabile”, verranno sviluppate negli altri due drammi della trilogia. In quanto archetipo, l’Agamennone eschileo corrisponde alla definizione stessa di “classico”: qualcosa che è esemplare sin dal momento della sua creazione, ma sempre vibrante ed estremamente attuale, motivo per cui va restituito in tutta la sua possanza e forza con un lavoro di altissima filologia”.
Nel cast di Agamennone: Diego Mingolla e Stefania Visalli (Musici), Maria Grazia Solano (Sentinella), Gaia Aprea (Corifea), Maria Laila Fernandez, Alice Giroldini, Marcello Gravina, Turi Moricca, Valentina Virando (Coro), Laura Marinoni (Clitennestra), Olivia Manescalchi (Messaggero), Sax Nicosia (Agamennone), Linda Gennari (Cassandra), Stefano Santospago (Egisto), e con Carlotta Maria Messina e Mariachiara Signorello (spettro di Ifigenia), Tonino Bellomo, Edoardo Lombardo e Massimo Marchese (Vecchi argivi), Margherita Vatti (Elettra bambina), Giuseppe Fusciello (Oreste bambino).
Si torna in teatro domani, alle ore 19, con
il debutto dell’Edipo re di Sofocle per la regia di Robert Carsen nella nuova traduzione di Francesco Morosi.