News Siracusa: continua con “Ifigenia in Aulide” il 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa.
Se la suggestiva cornice del Teatro Greco di Siracusa ha visto ieri, per la prima volta, andare in scena la tragedia “Le Supplici” di Eschilo diretta da Moni Ovadia (Leggi qui), oggi è stato il turno di “Ifigenia in Aulide” di Euripide con la regia di Federico Tiezzi.
Una stagione delle “prime” quella del 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche. Tre registi al debutto assoluto al Teatro Greco di Siracusa, un’opera mai messa in scena nel ciclo di rappresentazioni classiche e tanti volti nuovi sul palco.
Quasi 5 mila persone hanno riempito il Teatro Greco portando avanti il nome di una tradizione tutta aretusea. Una platea in estasi ha applaudito sia durante lo spettacolo sia al termine, una rappresentazione classica fortemente apprezzata dai presenti. Standing ovation per tutto lo staff. Sul palco Sebastiano Lo Monaco (Agamennone), Elena Ghiaurov (Clitennestra), Lucia Lavia (Ifigenia), Francesco Colella (Menelao), Raffaele Esposito (Achille), Gianni Salvo (vecchio), Francesca Ciocchetti e Deborah Zuin (corifee) Turi Moricca (araldo), il musicista Giorgio Rizzo, il piccolo Mirea Bramante che ha interpretato Oreste bambino e gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico “Giusto Monaco”.
Applausi per una tragedia graditissima che, come filo conduttore, ha un tema di rilevante importanza.
Un tema attuale come quello del mare, della fuga, dell’arrivo, della salvezza, della morte. Un mare “nostrum”.
Tutte e tre le tragedie, infatti, hanno come tematica principale quella del mare. Una sorta di possente rappresentazione di quello che sono, oggi, i flussi migratori. Una rappresentazione dello sconvolgimento più totale dei confini, della politica e dello stesso bello ma “maledetto” mare.
La Trama: La flotta greca sta per salpare dal porto di Aulide, sotto il comando di Agamennone, per vendicare l’affronto di Paride, il rapitore della bellissima Elena, moglie di Menelao.
All’inizio della tragedia il re racconta a un vecchio servo che la dea Artemide, adirata con i Greci, blocca la flotta con una bonaccia e che l’indovino Calcante ha annunciato che per placare la collera della dea è necessario sacrificare Ifigenia, figlia di Agamennone.
Agamennone ha mandato una lettera per fare giungere la figlia in Aulide con in pretesto di darla in sposa ad Achille, ma poi si è pentito e vorrebbe che il vecchio portasse un messaggio segreto alla sua famiglia dicendo di tornare indietro. La lettera però viene intercettata da Menelao e a ciò segue un violento alterco tra lui e Agamennone, interrotto da un messaggero che annuncia l’arrivo di Ifigenia in compagnia della madre Clitemnestra.
Agamennone non ha il coraggio di rivelare alle due donne la terribile verità, ma Clitemnestra la scopre casualmente attraverso le parole di Achille. Anche Achille, nel vedere che il suo nome era stato usato per un atto tanto infame, s’infuria e proclama di voler difendere la ragazza. Scoperto l’inganno, Clitemnestra affronta il marito biasimandolo aspramente, mentre Ifigenia chiede pietà con parole toccanti. Agamennone però è irremovibile: il sacrificio si dovrà fare per ragion di stato. Anche Achille, tornato dall’accampamento, conferma la terribile notizia: ha tentato di parlare in favore della ragazza, ma la sua voce è stata soffocata dalle grida dell’assemblea e lui stesso ha corso il rischio di essere linciato. Tuttavia, promette di imbracciare le armi per difendere Ifigenia.
Nel vedere l’importanza che la spedizione ricopre per i greci e per evitare uno spargimento di sangue tra l’esercito, Ifigenia cambia improvvisamente atteggiamento e offre volontariamente la propria vita, calmando la madre e respingendo l’aiuto di Achille. Così si avvia al sacrificio con coraggio, lasciando la madre sprofondata nella sua disperazione. Poco dopo arriva un messaggero che riferisce il miracolo: proprio quando il sacrificio stava per compiersi, Artemide ha salvato Ifigenia facendola sparire e mettendo una cerva al suo posto sull’altare. ll vento torna a spirare, la flotta può finalmente salpare verso Troia. Clitemnestra sospetta che il racconto del messaggero sia un sotterfugio per placare il suo dolore, mentre Agamennone parte per la guerra pieno di speranze.
Appuntamento a domani sera, alle ore 18.45 con la prima di “Medea” di Senaca, regia di Paolo Magelli.
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a cura di Federico Di Franco Gambuzza e Emilia Rossitto