News Sicilia: Povertà. Il Mezzogiorno è ancora l’area più esposta, lo rileva un rapporto dell’Istat in riferimento al 2015. “Quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio povertà o esclusione sociale. I livelli sono superiori alla media nazionale in tutte le regioni del mezzogiorno, con valori più elevati in Sicilia (55,4 per cento), che distanzia la Puglia (47,8%) e la Campania (46,1%). Viceversa, i valori più contenuti si riscontrano nella provincia autonoma di bolzano (13,7%), in friuli-venezia giulia (14,5%) ed emilia-romagna (15,4%) (prospetto 3)”.
Si tratta di una quota, scrive l’Istituto, “sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%)”. Il risultato è sintesi di “un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% a 11,7%)”. Resta invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%). Nel 2015 in termini assoluti in Italia l’Istat stima in 17 milioni 469 mila le persone a rischio povertà o esclusione sociale. Numeri che, scrive l’Istituto, vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea 2020 “ancora lontani”. Entro il 2020, infatti, l’Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Oggi la popolazione esposta è invece “superiore di 4 milioni 587 mila unità rispetto al target previsto”.
In Italia inoltre la metà delle famiglie residenti può contare su un reddito netto non superiore a 24.190 euro, ovvero a 2.016 euro al mese, valore anche in questo caso “sostanzialmente stabile” rispetto all’anno precedente. La novità però, sottolinea l’Istat, è il fatto che il reddito familiare in termini reali interrompe “una caduta in atto dal 2009, che ha comportato una riduzione complessiva di circa il 12% del potere d’acquisto delle famiglie”.