Quando Eligia Ardita, incinta all’ottavo mese, morì quella fredda sera del 19 gennaio 2015 Siracusa crollò nello sgomento più totale. Inizialmente, infatti, nonostante si parlasse di un caso di malasanità la morte della giovane infermiera aretusa ha colpito l’intera città forse proprio perché in grembo portava una bambina quasi pronta per nascere. Solo mesi dopo, però, con l’esito dell’esame autoptico le carte in tavola cambiarono ed i sospetti ricaddero fin dal primo momento sul marito della donna. Mesi di angoscia per la famiglia Ardita che con dignità e compostezza ha vissuto il dolore di perdere sia una figlia sia una nipote che già “pensavano” di poter stringere tra le braccia. Eligia Ardita, anima semplice, però non era morta dentro l’abitazione coniugale di via Calatabiano per un ritardo nei soccorsi ma per mano dell’uomo che l’avrebbe dovuta difendere davanti a tutto e tutti, il marito Christian Leonardi. L’uomo, sotto pressione, confessò prima l’atroce delitto per poi ritrattarlo in fase processuale nonostante ad oggi sia l’unico indagato per la morte della moglie. Ed è così che la famiglia Ardita, sempre attenta ad ogni dettaglio, nella persona della sorella dell’infermiera aretusea Luisa, ha deciso di ringraziare personalmente, recandosi sul posto, ogni singolo negoziante che nella giornata di ieri, in viale Zecchino, ha deciso di appendere fuori dalla propria attività commerciale un paio di scarpette rosse per dire basta al FEMMINICIDO proprio nella giornata dedicata alle donne. Luisa Ardita, con gli occhi gonfi dalle lacrime, ha ringraziato personalmente tutti coloro che ieri con delle semplici scarpette hanno voluto rendere omaggio alla memoria sia della sorella sia della piccola Giulia, la bambina tanto desiderata che Eligia portava in grembo al momento della sua morte. «Queste dimostrazioni di affetto – dice Luisa Ardita – nei confronti di mia sorella e mio nipote colpiscono sempre la nostra famiglia al cuore donandoci la forza di andare avanti in un percorso processuale lungo e doloroso che riapre giorno dopo giorno una ferità che in realtà non riuscirà mai a rimarginarsi ed è per questo che sono andata personalmente a ringraziare tutti coloro che hanno voluto ricordare le mie due principesse in un giorno dedicato alle donne». Intanto, la famiglia Ardita, assistita dall’avvocato Francesco Villardita, tornerà all’interno della Corte d’Assise il prossimo 21 marzo per il processo a carico di Christian Leonardi unico indagato per la morte dell’infermiera siracusana.