News. Nella seduta del 17 gennaio, il Cipe avrebbe dovuto approvare il progetto esecutivo del collegamento stradale sulla Catania-Ragusa, fondamentale per intere comunità e per il diritto alla mobilità di una parte consistente della Sicilia Orientale.
“Quasi 69 Km di collegamento a 4 corsie per rispondere, finalmente – ha dichiarato il Coordinatore Regionale di Art1 Mdp Pippo Zappulla – ad un bisogno di sicurezza della viabilità e per affermare per le persone e le merci condizioni minime di civiltà, superando una arteria tristemente conosciuta come la “strada della morte. Un investimento, peraltro, importante per immettere un poco di ossigeno al settore dell’edilizia e ai lavoratori particolarmente colpiti dalla crisi di questi lunghi anni”.
“Da anni – ha spiegato Zappulla – istituzioni locali e forze sociali combattono per ottenere il finanziamento e il via libera per la cantierizzazione; lo stesso Governo Nazionale aveva annunziato pomposamente appena prima delle festività natalizie lo sblocco dell’iter e la programmazione dell’avvio di fatto dei lavori e oggi, invece, arriva la notizia come una doccia gelata di un ulteriore rinvio da parte del Cipe”.
Sulla questione sono intervenuti anche Roberto Alosi, Segretario Generale Cgil Siracusa e Salvo Carnevale, Segretario Generale Fillea-Cgil Siracusa, che hanno dichiarato: “Un’opera come questa necessaria per sicurezza, sviluppo e occupazione diretta e indotta sarebbe fondamentale per una autentica ripresa del settore edile nella nostra provincia. 2000 posti di lavoro, 800 milioni di euro e moltiplicatore economico smisurato per una terra bastonata dalla crisi del mondo delle costruzioni che non riesce a invertire la tendenza da ben 10 anni”.
“Serve a questo punto della commedia – hanno proseguito i due – una risposta forte di mobilitazione indignata lungo la tratta incriminata. Rompere gli indugi su attese insoddisfacenti e creare le condizioni per dare risalto alla ennesima beffa che ci giunge da Roma”.
“Mobilitazione sindacale e civile – hanno concluso Alosi e Carnevale – allargando la protesta al contributo dei sindaci e delle amministrazioni che dovrebbero smetterla di fare proclami festosi e iniziare a chiedersi, coinvolgendo realmente le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali quali siano le reali ragioni di una evidente farsa istituzionale”.