News Siracusa: sequestrata in casa, vittima delle violenze dei propri familiari, isolata dal mondo esterno e senza poter parlare con nessuno. Questa sarebbe la verità dietro al caso della giovane Aysegul, la 19enne scomparsa da mesi da Siracusa e mandata in Turchia dai genitori contro la sua volontà (LEGGI QUI). Non solo uno stile troppo occidentale, Aysegul era una ragazza “sporca”, non era adatta alla famiglia, la disonorava, e per questo motivo doveva essere nascosta. Queste le dichiarazioni della 19enne ai microfoni de “Le Iene”, il programma di Italia 1 che attraverso il solito lavoro investigativo dell’inviata, Giovanna Nina Palmerni, è riuscita a seguire sin dall’inizio la vicenda e in qualche modo a contribuire alla sua liberazione.
Di pochi giorni fà, la notizia del fermo dei genitori di Aysegul, poi la decisione del Gip di non convalidare il provvedimento, perchè non sussisterebbero le prove del sequestro della giovane siracusana che si sarebbe “inventata tutto” sul suo sequestro in Turchia. I cittadini siracusani, così, cominciano a scoprire la storia di Ayse, così chiamata dagli amici della sua città, della sua terra. Le indagini, tuttavia, proseguono e intanto il servizio de “Le Iene”, andato in onda in televisione ieri sera, confermerebbe la cruda verità dei fatti.
Si parte dalla segnalazione degli amici di Ayse. Chiara, insieme a un’altra amica e il fidanzato di Aysegul, sono primi cheavevano segnalato la “scomparsa” della ragazza, di cui non avevano più notizie. Parlano, soprattutto, del fastidio che la famiglia nutriva verso lo stile di vita “occidentale” delle 19enne. Nel tentativo di avere notizie, dopo il suo viaggio senza ritorno dalla Turchia, le risposte sono zero. “tuo fratello sta male, serve il tuo sangue” , con questa notizia Ayse sarebbe stata indotta ad andare in Turchia.
Le Iene ricostruiscono le fasi di ricerca della ragazza. L’inviata Palmerni si reca molto spesso dal padre, il quale sostien che la figlia sta bene e ha deciso di proseguire la sua vita in Turchia non tornando in Italia e, addirittura, di essere in cinta. L’insistenza de “Le Iene” di cercare almeno un segno di vita della 19enne porta la famiglia a chiamare la figlia e dirle di realizzare un video dalla Turchia facendo sapere di stare bene. Un messaggio sul suo profilo Facebook poco spontaneo, quasi costruito, in cui Ayse afferma di stare bene.
La Iena Giovanna, decide però di recarsi in Turchia per incontrare la ragazza in consolato, ad Izmir. Le operazioni per realizzare un incontro sono davvero complicate perchè Ayse dovrebbe dichiarare di essere realmente in una situazione di pericolo, ma lo stato di prigionia in casa non lo rende possibile. Si muove l’Interpol e la ragazza in Turchia viene liberata dalla casa-prigione della famiglia e viene condotta in una comunità protetta. Qui comincia la confessione di Ayse e la sua risalità verso la libertà. Quattro mesi di prigionia e violenze. Ayse racconta di essere stata privata di telefono e carta d’identità, di non poter parlare liberamente se non con i propri familiari. Stordita con farmaci, dei tranquillanti usati dalla nonna e tenuta sempre sotto controllo come una carcerata.
Il resto della storia lo conosciamo dai media. Ayse è tornata a Siracusa ed è felice di vivere la propria vita occidentale. Adesso però è tempo di giustizia, e sarà importante riscontrare la veridicità dei fatti raccontati dalla ragazza nel servizio de “Le Iene”, per punire i veri responsabili di questa triste vicenda, almeno per il momento a lieto fine.