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Siracusa. Gestione emergenza coronavirus all’Umberto I: esposto della Cgil in Procura

Il segretario Aloisi: "gravissima situazione al pronto soccorso e all'ospedale, grave il rischio per cittadini e tutti gli operatori snaitari"

di Redazione
31 Marzo 2020
Siracusa. Gestione emergenza coronavirus all’Umberto I: esposto della Cgil in Procura
 

La sigla sindacale chiede alla Procura che vengano disposti opportuni accertamenti, valutando gli eventuali profili d’illiceità penali e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti.

Il segretario generale provinciale, Roberto Alosi, ha rappresentato alla magistratura «la gravissima situazione venutasi a creare al Pronto Soccorso di Siracusa e al nosocomio Umberto I e del grave rischio a cui sono esposti i cittadini e tutti gli operatori sanitari».

A supporto della sua denuncia, il segretario ha indicato 32 operatori sanitari del Pronto soccorso che si dicono pronti ad essere ascoltati dai magistrati per informarli, laddove dovesse servire, sulle gravi carenze nel metodo adottato nel sistema anticontagio.

Ma già il 16 marzo scorso la Cgil si era rivolta al Prefetto e a tutte le autorità competenti – anche a seguito di alcuni decessi – in relazione all’organizzazione e alla sistemazione  del Pronto Soccorso dell’Umberto I proprio in merito all’emergenza Covid 19.

«Il motivo più drammatico è la situazione esistente al Pronto Soccorso che concretamente rischia di essere un focolaio incontrollato e incontrollabile di contagio per gli operatori sanitari e per tutta la collettività – spiega il segretario Roberto Alosi – I presidi medici di protezione individuale sono pochi e centellinati; l’ambulanza del 118, chiamata per ogni caso sospetto di Covid 19, è una sola e per ogni intervento notturno viene sottoposta a sanificazione da un’unica squadra di operatori autorizzati che è impegnata contemporaneamente  su tre province, Catania, Siracusa e Ragusa, determinando di fatto il fermo dell’ambulanza anche per diverse ore. In tema di sanificazione quella che viene effettuata nei locali del pronto soccorso e assolutamente inadeguata».

«Ma la cosa più grave e preoccupante, ai fini del diffondersi del contagio – aggiunge Alosi – è il fatto che non esiste una separazione netta tra i pazienti che si recano al Pronto Soccorso per varie cause e quelli per sospetto contagio in attesa di diagnosi».

E’ stata sollecitata più volte, nelle settimane scorse da parte della Cgil,   la necessità di separare immediatamente gli ingressi al Pronto Soccorso, i passaggi e le aree  di attesa, individuando le soluzioni di emergenza.

«Tali gravi discrepanze, in relazione al pericolo per la salute degli operatori sanitari e dei cittadini, sono state più volte segnalate, ma invano, alla Direzione Generale dell’Asp. In tal senso è gravissimo – continua Alosi – che ancora fino ad oggi i pazienti sospettati di Covid 19 che si recano in ospedale, vengano inizialmente accolti in una tenda esterna attrezzata per un pre-triage specifico e subito dopo, però, siano trasferiti nei locali del Pronto Soccorso dove stazionano per ore in attesa di ricovero nei reparti di pneumalogia o di malattie infettive, in dispregio di qualunque protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del contagio. 

Ma la situazione non è meno grave anche negli ospedali della provincia. Infatti, i presidi ospedalieri risultano ancora sprovvisti di aree di pre-terapia intensiva (aree facilmente realizzabili rispetto ad un vero e proprio reparto di terapia intensiva), che potrebbero essere dedicati esclusivamente all’emergenza in atto.

L’ospedale di Augusta e quello di Noto sono stati eletti a Covid 19, ovvero area riservata per infetti Covid 19,  senza alcuna informazione preventiva al territorio che ha subito la restrizione e/o chiusura traumatica delle attività ospedaliere di cure ordinarie, gettando così nello scompiglio interi pezzi del nostro territorio». 

«Tale situazione descritta, che riguarda anche la mancanza di adeguata protezione che possa evitare il contagio per il personale sanitario e conseguentemente anche per i cittadini – conclude Alosi – ha avuto la manifestazione  nel fatto che ci sono già diversi operatori sanitari, medici e infermieri dell’ospedale Umberto I, positivi al Coronavirus, oggi ricoverati nel reparto di malattie infettive, nonostante la ben nota vicenda che ha già coinvolto, nelle settimane scorse, finanche medici del reparto di Cardiologia».

La Cgil sostiene, infine, di essere pronta a tenere conto di qualsiasi accorgimento anticontagio possa essere adottato – specie con la nuova task force e i due ispettori dell’assessorato regionale alla Sanità  – ma di mantenere salda la propria posizione di controllo sulla gestione dell’emergenza, come fatto finora.

 

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Tags: CGILCovid19ospedale umberto I siracusasanità
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