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“Basta tagli alla formazione”: sit-in Cobas Scuola all’Ust di Siracusa per mercoledì 11 maggio

Attraverso il presidio si intende sollecitare il ritorno a scuola in sicurezza e in presenza, diminuendo il numero di studenti per classe e facendo interventi di edilizia scolastica. Cobas Scuola contesa l’abuso della didattica a distanza e chiediamo nuove assunzioni di personale per far fronte all’emergenza sanitaria

di Redazione
25 Maggio 2020
“Basta tagli alla formazione”: sit-in Cobas Scuola all’Ust di Siracusa per mercoledì 11 maggio

foto dal web

 

La scuola, come la sanità, dopo anni di tagli miliardari, ha bisogno di un finanziamento straordinario.

Nell’attuale contesto emergenziale la situazione assume connotati ulteriormente preoccupanti, derivanti dalla necessità ineliminabile di quel “distanziamento” che è considerato l’unico presupposto sicuro per impedire il diffondersi del contagio da coronavirus.

Chiunque conosca le nostre scuole dovrebbe sapere che, nel migliore dei casi, l’ampiezza delle aule – per i nuovi edifici e per attività normali – è parametrata sullo standard massimo di 1,96mq per alunno/a (d.m. Lavori Pubblici del 18/12/1975) e per classi che erano al massimo di 25 alunni/e. Sciaguratamente, abbiamo assistito nel tempo a un costante incremento del numero di alunni/e per classe, che oggi potrebbero arrivare fino a 31 (d.i. sugli organici per l’a.s. 2019/2020) mentre, ovviamente, le aule non sono state ampliate. Ebbene, di fronte a questa situazione cosa ci sarebbe da fare? Se ci fosse un minimo di coerenza tra ciò che si dice e quel che si fa, non dovrebbe essere difficile capirlo: diminuire il numero di alunni/e per classe e reperire ulteriore personale e spazi per svolgere la didattica in presenza.

Invece, le scuole stanno ricevendo in questi giorni la comunicazione dagli Ambiti Territoriali (gli ex Provveditorato) avente per oggetto: definizione organico di diritto a.s. 2020/21 – allineamento dati alunni e classi, che nel linguaggio ministeriale significa: visto che non sono previste ripetenze avrete un numero di classi inferiore a quello che era stato previsto nella fase precedente alla pandemia. Infatti, recitano queste comunicazioni: “tenuto conto che, in virtù del Decreto Legge n. 22 dell’8 aprile 2020, non sono previste ripetenze.[…] È altresì necessario che le SS.LL. modifichino il numero di classi da autorizzare per l’a.s. 2020-2021 in relazione alla consistenza numerica relativa agli alunni come rideterminata”.

E visto che la formazione delle classi avrebbe dovuto anche tenere conto della “serie storica dei tassi di non ammissione alla classe successiva” (art. 16, comma 1, lett. c. del d.P.R. n. 81/2009) risulta evidente – come per altro già minacciato dai Provveditorati attraverso canali diretti – che salteranno molte prime classi della scuola secondaria di I e II grado.

Quindi, invece di consentire la ripartenza della didattica in presenza a settembre con aule meno affollate il Ministero preferisce approfittare dell’occasione per ridurre classi e organici e, nel frattempo, carica su docenti e ATA tutte le difficoltà legate al recupero delle attività che in quest’anno scolastico non si sono potute svolgere per effetto dell’attuale sospensione.

Piuttosto che pensare soltanto a finanziare DaD e attrezzature digitali, costringendo docenti e famiglie a supplire a quanto il Ministero non vuole fare, è necessario: ridurre il numero di alunni/e per classe, incrementare l’organico docente e ATA, avviare interventi urgenti di edilizia scolastica sia per ristrutturare l’esistente sia per reperire nuovi spazi.

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Tags: scuolasindacati
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