News Siracusa: continuano gli arresti legati alle associazioni di stampo mafioso. Ecco emergere i nuovi sviluppi su “Mafia Capitale” coinvolta di recente nell’operazione “Mondo di Mezzo”. Massimo Perazza, detto “Massimo il romanista” già considerato il capo del clan, è questa volta coinvolto in una frode dall’ammontare di 7 milioni di euro sull’acquisto di carburanti per le navi della Marina Militare. L’inchiesta vede protagonista la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale per una nave fantasma, Victory I, naufragata nel settembre 2013 nell’Oceano Atlantico. L’operazione, che prende in nome di Ghost ship a cura della Guardia di finanza di Roma, ha permesso di scoprire i sotterfugi della banda che consegnava solo sulla carta milioni di litri di gasolio al deposito della Marina Militare di Augusta. Lo stratagemma utilizzato è inizialmente andato a buon fine grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina Militare, veniva infatti registrato il rifornimento per la ‘Victory I’ nonstante non solo la nave cisterna sia naufragata ma risulti ancora oggi formalmente disperso l’intero equipaggio.
Il carburante veniva fornito dalla ditta danese O. W. SUPPLY A/S, riconducibile a Lars P. Bohn, destinatario di ordinanza di custodia cautelare, titolare di un appalto con l’Amministrazione della Difesa, che si avvaleva della collaborazione di due società italiane quali brokers, la Global Chemical Broker Srl di Massimo Perazza e la Abac Petroli di Andrea D’Aloja, anch’essi raggiunti da ordinanza di custodia cautelare.
Gli arrestati sono: Mario Leto (capitano di Corvetta della Marina Militare), Sebastiano Distefano (primo maresciallo Marina Militare) e Salvatore Mazzone (maresciallo Marina Militare). In manette anche Lars P. Bohn, Massimo Perazza e Andrea D’Aloja. Dieci in tutto gli indagati.
Sono in corso anche perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di tutti e dieci gli indagati; il Tribunale di Roma ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l’Erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.
La forza armata commenta come segue i tre arresti: “La Marina Militare è al fianco della magistratura per debellare il fenomeno della corruzione a salvaguardia del personale che quotidianamente lavora con spirito di servizio e senso dello Stato. La trasparenza amministrativa e l’integerrimo comportamento del proprio personale rimangono punti fermi nell’ambito del quale gli organi tecnici e di sorveglianza della forza armata continuano ad esercitare la massima attenzione in collaborazione con le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria, sia ordinaria che militare”.