News Siracusa. “Calogero Rizzuto: un costruttore d’Avvenire”.
Lo definisce così in poche parole, Fabio Granata, Assessore alla Cultura della città di Siracusa che ricorda l’uomo, il Direttore del Parco Archeologico e soprattutto l’amico portato via un mese fa dal Covid-19.
«Per uno strano e crudele caso del Destino, esattamente 1 mese fa, il primo caduto a Siracusa a causa di questa maledetta epidemia è stato un caro e prezioso amico: Calogero Rizzuto – scrive in una lunga lettera Fabio Granata – La vita beffarda e la sorte puttana aveva voluto che per la prima volta, dopo tanti anni di amicizia fraterna, fosse calato il silenzio tra noi a causa di una vicenda legata al difficile equilibrio tra tutela e valorizzazione del nostro Patrimonio culturale.
Una discussione aspra che ha “cristallizzato” a Palermo in quel giovedì di Febbraio il nostro ultimo incontro, in quella Città a noi tanto cara e dove per tanti anni avevamo condiviso, con ruoli diversi, una bellissima avventura di Governo del Patrimonio siciliano.
Un’avventura dalla quale era nata una grande amicizia e che aveva avuto in quel 26 febbraio il primo, unico e ultimo momento di attrito .
Da quel giorno non ci siamo più visti e sentiti come eravamo abituati a fare ogni giorno e da mesi.
E quel litigio resterà un rimpianto ma anche l’ultimo dono di Calogero, poiché senza quella discussione che ci aveva momentaneamente allontanati, anche io probabilmente sarei stato contagiato alla luce della nostra assidua e quotidiana frequentazione.
Una frequentazione e una amicizia che avevo inutilmente provato a dissimulare durante la funzione presso la Cattedrale di Palermo per il nostro caro e comune amico Sebastiano Tusa.
In quell’occasione infatti cercavo, tra il serio e il babbio, di allontanare da me Calogero, poiché era imminente la sua nomina a Direttore del Parco, e temevo di poterla compromettere mostrando in pubblico la nostra amicizia.
Lui ovviamente se ne fregò e fianco a fianco assistemmo alla cerimonia, suscitando qualche sguardo preoccupato per la nostra evidente vicinanza, non solo fisica.
Calogero è stato il primo caduto della epidemia che ci ha fermati e che ha sospeso il nostro tempo, dilatandolo in maniera surreale.
La sua è una grave perdita per la Sicilia, e in modo particolare per il nostro SudEst: Soprintendente di Ragusa prima e Direttore del Grande Parco Archeologico di Siracusa adesso, Calogero era un uomo felice della importante funzione che era stato chiamato a svolgere.
Assumere la responsabilità non solo delle tracce e dei segni immortali della Capitale della Grecia d’Occidente, perimetrati e custoditi dalle mura Dionigiane ma anche e contemporaneamente di Eloro, della Villa del Tellaro, di Akrai, di Pantalica e Tapsos significava per lui poter governare un Patrimonio archeologico, paesaggistico e storico immenso.
Aveva iniziato a farlo con entusiasmo, umiltà, competenza, rigore e inventiva.
Essere il Primo Direttore della Storia del più importante Parco Archeologico siciliano, Parco per il quale tanto avevamo lottato, lo riempiva giustamente di responsabilità e di orgoglio.
Con il suo fare silenzioso, competente e bonario aveva subito coinvolto giovani archeologi, guide turistiche, Associazioni, scuole, Università e, cosa più importante, riconsegnato ai cittadini e ai Viaggiatori siti importantissimi e da tempo inspiegabilmente chiusi come il Tempio di Giove, il Ginnasio Romano, il Castello Eurialo.
Proprio il giorno della riapertura del Castello Eurialo, Calogero era felice. Eravamo felici.
A Calogero volevamo tutti bene e quel giorno di felicità condivisa non lo dimenticheremo mai.
E pensando a Calogero e alla cara Silvana Ruggeri, sua preziosa collaboratrice e cara persona, ho acquisito una certezza. Non è importante la Vita.
È importante ciò che si fa della Vita e in questo senso Calogero ha dato con la sua vita, ma anche con la sua morte, una fondamentale traccia di senso e direzione a una prospettiva di consapevolezza culturale che sappia e possa costruire l’ Avvenire del Patrimonio materiale e immateriale della nostra bellissima Isola.