News Augusta: un centro di accoglienza all’interno del Porto Commerciale di Augusta. Parliamo degli hotspot, ovvero quelle strutture allestite per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti, strutture create per sostenere i paesi più esposti ai nuovi arrivi, dove i migranti vengono trattenuti fino alla conclusione di tutte le operazioni di identificazione. Questo hotspot ad Augusta, però, rappresenta una minaccia alla sopravvivenza del Porto Commerciale. Un allarme, lanciato da oltre un anno dall’On. Vincenzo Vinciullo, rimasti inascoltato, preferendo una politica salottiera che si astiene dal prendere posizioni decise e dure sull’argomento.
Gli hotspot, in qualsiasi Porto Commerciale -spiega Vinicullo – non solo in quello di Augusta, rappresentano la morte fisica del porto, infatti, la stessa legge vieta la compresenza di attività commerciali e di cittadini all’interno di un porto di qualsiasi natura, figuriamoci, poi, se questi soggetti sono cittadini di nazionalità extracomunitaria, di cui non conosciamo né l’identità né la provenienza né, soprattutto, il motivo per cui, oltre quello nobile, sono giunti in Italia.
L’altra sera – ha continuato l’On. Vinciullo – anche in Consiglio Comunale di Augusta, avevo più volte chiesto di modificare l’Ordine del Giorno, chiedendo di assumere un atteggiamento più intransigente e più deciso sulla vicenda, ma si è voluto cincischiare, assumere atteggiamenti morbidi e forse anche ipocriti, preferendo la formula secondo la quale gli hotspot nei porti commerciali delle altre città sono possibili, ma non in quello di Augusta.
La scelta non può essere questa, che è una scelta farisea e che rimanda ad altri i danni che si abbatteranno sul porto di Augusta.

“Per questo motivo – ha proseguito l’On. Vinciullo – ritorno a chiedere a tutti i soggetti istituzionali, sindacali e politici, della provincia un atteggiamento chiaro, netto e deciso.
Non è più il tempo di ipocriti pietismi e di finte volontà di accogliere l’altrui in difficoltà. E’ il momento di fare proposte concrete, che non possono portare alla realizzazione dei centri di accoglienza all’interno dei porti commerciali italiani. Ho già indicato al Ministero una soluzione esterna e alternativa al porto commerciale, abbiamo, col Prefetto e la Capitaneria di Porto, fatto un primo sopralluogo”.
“Ritengo, senza superbia – ha concluso l’On. Vinciullo – che il luogo da me individuato sia il migliore, perché non interferisce col porto commerciale, non blocca la struttura megarese e offre maggiori condizioni di sicurezza sia ai migranti quanto a coloro i quali si occupano della loro accoglienza”.