News: “Con un esperimento abbiamo dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Tony Drago non è morto cadendo da quella finestra, dove mani ignote avevano allestito nei minimi particolari una finta scena del crimine per depistare le indagini. Per questo abbiamo chiesto al giudice di non archiviare l’inchiesta sulla morte di Drago, ma di disporre nuove indagini“. E il giudice ha dato loro ragione. Lo ha dichiarato a “Giallo” Dario Riccioli, uno dei tre avvocati che assistono la famiglia di Tony Drago, il venticinquenne caporale dell’esercito dello squadrone di rappresentanza del reggimento Lancieri di Montebello a Roma, trovato morto il 6 luglio 2014, alle ore 6:30 del mattino, nel piazzale della caserma.
A fare chiarezza sulla nuova perizia della famiglia che ha consentito la riapertura del caso del miliare siracusano trovato morto è stato il settimanale “Giallo“, in edicola con il nuovo numero, diretto da Andrea Biavardi. Il collega Gian Pietro Fiore nel servizio di pag. 46-47 continua, con le parole dell’avvocato Riccioli, scrivendo: “”Il cadavere è stato trovato a 5,83 metri di distanza dalla palazzina. Questa misura è stata ottenuta calcolando la posizione della testa di Tony, che è considerata il punto di impatto al suolo. Il corpo aveva una posizione <armonios>, ed equilibrata, con le ciabatte ancora indossate. Come abbiamo dimostrato, tale posizione non appare compatibile con un volo di ben 10,60 metri“.
L’intero servizio su “Giallo“.