News Siracusa: “Sebbene viviamo nel 2017, la strada per il riconoscimento della piena dignità di Gay Lesbiche Bisex Trans è ancora in salita e irta di ostacoli, anche nel nostro Paese” lo ha dichiarato Tiziana Biondi, presidente di Stonewall GLBT Siracusa in occasione della Giornata Internazionale contro l’omo-transfobia, durante la quale in mattinata, insieme ai volontari dell’associazione siracusana è scesa in campo con una serie di iniziative. Protagonisti in prima battuta i cittadini siracusani con una serie di scatti per la campagna fotografica all’insegna dello slogan “Stopomofobia”, a seguire i coinvolgenti flash mob messi in scena per le vie di Ortigia ed infine l’appuntamento pomeridiano con la proiezione di un film nei locali della Chiesa Evangelica Battista, in via Agatocle a Siracusa. La Giornata Internazionale contro l’omo-transfobia segna infatti ogni anno una tappa fondamentale per l’associazione siracusana che, a corollario delle attività di promozione e sensibilizzazione svolte incessantemente, torna a celebrare l’importante ricorrenza in collaborazione con Unione Degli Studenti, Rete Centri Antiviolenza di Siracusa; Arci, Zuimama Arciragazzi, Astrea in memoria di Stefano Biondo e la Chiesa Evangelica Battista di Siracusa.
Le dichiarazioni della presidente Tiziana Biondi:
“La Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia) – spiega la presidente di Stonewall Tiziana Biondi – è una ricorrenza promossa dall’Unione europea che si celebra dal 2004 il 17 maggio di ogni anno per promuovere e organizzare eventi di sensibilizzazione e prevenzione in relazione a questi fenomeni, purtroppo ancora tristemente attuali. Fu proprio in quel giorno del 1990 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano” . Purtroppo, – continua Biondi – questo non è bastato per cancellare tutti gli stigmi e i pregiudizi presenti, ancora oggi, in tutti gli ambiti sociali: in famiglia, dove molti ragazzi e ragazze che dichiarano la propria omosessualità subiscono violenze psicologiche e/o fisiche; nelle istituzioni, dove il linguaggio omofobo e sessista la fa da padrone e dove, come sta accadendo in Italia, chi ci governa è riuscito, solo dopo decenni, a far approvare una legge sulle unioni civili monca e di fatto “discriminatoria”, poiché monca di quella parte che avrebbe riconosciuto i diritti anche dei bambini figli di coppie omogenitoriali. Non solo, nonostante i fatti dimostrino che è ormai un esigenza, chi dovrebbe e potrebbe, continua a far slittare a data da destinarsi, la presentazione e quindi la discussione e la conseguente (si spera) approvazione di una buona legge che di fatto riconosca e punisca il reato di omofobia, senza se e senza ma…; a scuola, dove molti adolescenti sono vittime di bullismo omofobico e transfobico, e dove a causa di uno stupido ed insensato allarmismo sull’inesistente “mostro gender” i percorsi per l’educazione al rispetto di tutte le differenze, ivi comprese quelle legate all’orientamento affettivo-sessuale e di genere, vengono ignorati o boicottati; in molte confessioni religiose le cui chiese e gruppi estremisti che a queste si ispirano (vedi ProVita, Giuristi per la vita, Manif Pour Tous; etc) fanno da cassa di risonanza a certe ideologie piene d’odio e livore che etichettano le persone con diverso orientamento sessuale come pervertiti, peccatori o malati da curare. Che dire poi di quello che succede nel resto del mondo? Sono ancora 75 gli stati che criminalizzano l’omosessualità punendola con il carcere o con la pena di morte. In alcuni paesi, come in Cecenia, sono stati creati dei veri e propri campi di concentramento dove gli omosessuali vengono condotti per essere segregati, torturati e in alcuni casi uccisi! Il tutto senza che la comunità internazionale abbia ancora fatto qualcosa per fermare questo orrore!
Noi, gay, lesbiche, bisex, transessuali siamo stanchi di essere considerati/e identità non previste, noi ci siamo e vogliamo essere “visibili”!
Vogliamo esserci , orgogliosi di noi stessi, delle nostre famiglie e dei nostri amori. Vogliamo che nessuno sia costretto a nascondersi o a a vergognarsi. Vogliamo pari dignità e pari diritti!
Ma per far questo, la buona volontà e l’impegno delle associazioni come Stonewall non bastano. Crediamo che si può fare di più e più in fretta se tutte e tutti coloro che credono in questi principi, a prescindere dal proprio orientamento affettivo, la propria identità di genere, il proprio credo si uniscono alla battaglia della comunità e del movimento GLBT per costruire insieme e per tutti una società che possa essere degna di essere definita “civile”, dove tutte e tutti possano essere semplicemente se stessi e possano godere degli stessi diritti oltre che degli stessi doveri.
Vi diamo appuntamento presso la Chiesa Evangelica Battista in via Agatocle, 50, dove oggi alle ore 18,00 si proietterà il bellissimo film di Ivan Cotroneo “Un Bacio”, la pellicola sull’adolescenza, sulle prime volte, sulla ricerca della felicità, ma anche sul bullismo e sull’omofobia, sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e che impediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità.
La cittadinanza è invitata a partecipare”.