News Siracusa: “inizio kafkiano, poi esplosione di colori prima della fine. Il tempo torna alle origini, la fanciullezza rivista come epoca dorata, da riassaporare prima del trapasso. L’opera di contrasto tra la surrealtà dell’idea e lo stile documentaristico della messa in scena (camera a mano), funziona, come nella migliore delle ricette di alta cucina. Commovente e a tratti geniale”. Con questa motivazione, il documentario tedesco WE ARE OUTSIDE PLAYING IN THE GARDEN di Friederike Hoppe (2013, dur. 10′) è l’opera vincitrice, come miglior film, della settima edizione dell’International Ares film & Media Opportunities, festival del cinema indipendente che ieri sera ha chiuso i battenti nella sala dell’ex cinema Lux di Siracusa.
Gli altri film che hanno conquistato i favori della giuria composta da Luca raimondi (Siracuse, Italia) pedagogista e scrittore, Tsanko Vasilev, Sofia, Bulgaria, produttore e regista direttore del Film Festival di Sofia, e Miomir Rajcevic, Belgrade, Serbia, regista, scritore e media educator e direttore esecutivo dell’ International Youth Media Summit, sono:
BALAZHER. KORREKTUREN DER WIRKLICHKEIT / BALAZHER. THE CORRECTIONS OF REALITY, produzione svizzera e ucraina (durata 50′) che ha vinto per la “migliore analisi della contemporaneità;
NAVAJAZO, di Ricardo Silva, etno-docu-fiction messicana del 2014 (durata 75′) “per il miglior linguaggio innovativo;
MARE CARBONE, di Gian Luca Rossi (Italia, 2015) documentario di 80 minuti, che ha vinto per il “miglior lavoro sulla responsabilità sociale.
La proclamazione dei vincitori è avvenuta ieri sera poco prima dell’ultima proiezione dedicata all’ultimo di Sabina Guzzanti “La trattativa” (86′ – 2014). Al termine della proiezione del film, in collegamento Skype, Sabina Guzzanti ha risposto alle domande del pubblico presente in sala e ai giornalisti Carmelo Maiorca, fondatore e direttore del giornale satirico, L’Isola dei Cani e Franco Oddo, direttore del settimanale d’inchiesta, La Civetta di Minerva.
“Un film dove non c’è nulla di inventato – ha confessato al pubblico presente in sala Sabina Guzzanti – ma che rappresenta una messa in fila di fatti realmente accaduti e raccontati dal punto di vista di alcuni testimoni. Il lavoro che ho fatto è quello di svincolarmi completamente da tutte le questioni processuali decidendo di narrare solo la verità basata sulla logica”.
“Ringrazio chi ha deciso di proiettare questo film – ha concluso la Guzzanti – che è stato faticosissimo da realizzare e produrre. Un film fatto perché era giusto farlo e perché ci tenevano a narrare come la mafia sia solo male e distruzione”.
Soddisfatto per la riuscita della settima edizione del fesival il suo direttore artistico, Antonio Casciaro, secondo cui “il successo della manifestazione conferma che è necessario avere coraggio nel proporre temi e opere di alto valore artistico, indipendentemente dalla visione commerciale imperante”.
“Siracusa merita altro– ha aggiunto Casciaro – e le istituzioni dovrebbero imparare a investire sul futuro, la frontiera e l’alta cultura invece che insegure il consenso momentaneo”.