
News Siracusa: prevista per marzo 2015 la Fermata generale dell’Isab che riguarda in particolar modo gli impianti Sud della raffineria. La Fermata ha lo scopo di garantire il regolare funzionamento nonché l’affidabile marcia della raffineria. Sarà dunque opportuno eseguire le ispezione previste per legge che richiedono chiaramente gli impianti fermi. Effettuate le dovute ispezioni bisognerà inoltre apportare le modifiche necessarie per migliorare la sicurezza. È del 2011 l’ultima Fermata generale ed è prevista per il 2020 la prossima. La Fermata prevede la realizzazione di nuove costruzioni. Tra i progetti da realizzare vi sono: la riconversione del GT1 a metano, la modifica degli interni colonne Vacuum e Debuta, il miglioramento dell’efficienza del forno Reforming, la sostituzione del forno Gofiner, la sostituzione di apparecchiature e linee di processo e il miglioramento ambientale del sistema di trattamento biologico.
Saranno 47 i giorni della Fermata Isab e circa 2.500 le unità medie impiegate (e con punte massime di 3 mila).
Il segretario territoriale della Uil Stefano Munafò è intento a chiarire alcuni aspetti per garantire la massima sicurezza. Munafò dichiara: “La produttività del singolo impianto, la messa a punto delle macchine, le scadenze e i controlli ministeriali. Nella programmazione della fermata generale, occorre fare i controlli su tutti i reparti e le fermate, inizialmente previste in tre anni, poi in quattro, adesso sembra in cinque, vengono programmate in base ad alcune esigenze. Noi abbiamo qualche perplessità sulla tenuta della sicurezza perché quando si fanno fermate di una certa entità come questa con un personale che arriva a punte di 3mila, sorgono dei dubbi: tutto il personale che arriva e gli impianti sezionati in ogni area con un general contractor* significa manodopera non locale. Perché questo general contractor che molto probabilmente viene dall’esterno, ti porta una grande quantità di lavoratori provenienti da fuori Siracusa o fuori Sicilia, poi utilizza una grande quantità di sub-appalti e tutte queste cose aumentano il potenziale di rischio. Quando si portano dei lavoratori di questo genere, si creano difficoltà nel territorio: noi abbiamo grandi difficoltà occupazionali e tanti disoccupati che possono essere utilizzati, oggi, in base alla professionalità richiesta. Stesso discorso viene fatto con i pensionati. Noi non siamo contro i pensionati, però siamo contro un utilizzo sproporzionato di attività di medio e basso livello quando si utilizzano pensionati quando invece si potrebbe utilizzare personale che non rientra più negli ammortizzatori sociali”.
Munafò durante la riunione di Confindustria aveva puntualizzato: “Per avere una ricaduta significativa sul territorio, queste Fermate devono prevedere tre cose: l’impiego della manodopera locale, stessa cosa per le aziende coinvolte che dovranno essere del territorio e terza e non ultima cosa, la sicurezza. La fermata, infatti, dovrà svolgersi nella massima sicurezza perché c’è sempre un potenziale di rischio notevole e anche se oggi le tecnologie sono più avanzate, non bisogna sottovalutare il problema. Soddisfatti? Direi di no, perché fin quando questi incontri si svolgono senza arrivare al nocciolo del problema non andremo avanti. Se l’obiettivo è quello di avere una ricaduta occupazionale importante, bisognerà farlo con personale del territorio, tranne laddove sarà richiesta una competenza specifica”.