Sono stati presentati ieri i “new entry” della Giunta Municipale guidata dal Sindaco Francesco Italia, però c’è già chi storce il naso sulla delega all’Ambiente del neo assessore Carlo Gradenigo.
Scelta che non va giù a Don Rosario Lo Bello che commenta così senza mezzi termini: «Gradenigo assessore all’ambiente: ovvero come bruciare anni di battaglie ambientali».
Dietro il commento del prelato, a suo dire, c’è un valido perché: «quando il movimento ambientalista siracusano prese corpo, anche col supporto e la guida politica di Ettore Di Giovanni, gli interventi sono tutti andati nella direzione della tutela del paesaggio e dello sviluppo urbanistico della città – spiega Don Rosario Lo Bello – Nell’ambiente circolava sommessamente la voce, che se un ambientalista fosse entrato in una giunta di centro sinistra questo avrebbe dovuto ricoprire la rubrica urbanistica per delineare le linee di sviluppo future della città».
«La nuova giunta “politica” di Francesco Italia è una giunta che di tutela della ambiente continua a non avere nulla e quindi la presenza di Gradenigo è un controsenso e una sostanziale presa in giro ai 5.000 siracusani che affollarono la Pillirina al culmine di una sfida che allora vide il movimento vincente ed incisivo – aggiunge Lo Bello – Gradenigo avrebbe fatto meglio a chiedere di dissolvere le nebbie estremamente liberiste che avvolgono la città, chiedendo una posizione netta, riformista e progressista e realmente ambientalista dell’azione amministrativa.
Mobilità sostenibile, raccolta rifiuti, asili nido, e tante altre azioni amministrative poco chiare, più rispetto per il castello svevo, stop al consumo del suolo.
Gradenigo avrebbe fatto meglio a ringraziare e rinunciare, ma a me, e per quel che ne capisco, sembra chiara la sua brama di poltrona. Sfallita la possibile candidatura M5s alla Camera dei Deputati ha forse trovato una a comoda poltrona assessoriale.
E soprattutto comprendo la cosa che mi sta più a cuore: la chiusura di SOS Salviamo Siracusa. Finché bisognava conquistare il potere si usavano gli ambientalisti come testa di ariete. Oggi si cercano posti di potere, non si riuniscono più le associazioni che trasversalmente costituiscono la federazione SOS Siracusa, si cheta chi protesta e si distribuiscono soldi ad associazioni e incarichi a professionisti. Meglio tacere e far sì che la città si continui a cementificare».
«A me non interessa nulla di politica attiva. Ma dispiace che le battaglie ambientali cui sono stato protagonista vengano svendute e strumentalizzate in tale modo.
C’è tutto un mondo politico che vuol apparire eretico, fuori dai giri di potere. È un mondo radical chic, di protesta davanti a gamberoni e buon vino – conclude Don Rosario – È mio dovere dunque dissociarmi da chi strumentalizza la società civile, l’impegno ambientale a suo tornaconto, e fa suoi progetti di piste ciclabili altrui senza citarne gli autori».