News Siracusa: ieri pomeriggio la Circoscrizione Neapolis ha incontrato l’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo presso la chiesetta del Plemmirio, Madonna della Roccia. L’incontro si è svolto alla presenza della comunità religiosa, del parroco, Don Aurelio Russo e un folto numero di cittadini appartenenti alle varie associazioni e comitati della zona e non solo.
“Tanta la soddisfazione per questo insolito incontro – dichiara la consigliera Nicoletta Abela – fino ad ora certamente la nostra Circoscrizione è stata l’unica ad incontrare l’alto Prelato e mi onora particolarmente perché la riunione si è tenuta proprio in seno alla comunità cui appartengo.
Tanti gli interventi che si sono succeduti, molti sono stati quelli che hanno sottolineato l’appartenenza ad una comunità. Il senso di appartenenza ad una collettività – continua l’arch. Abela – è da sempre un sentimento che rassicura l’uomo, lo contraddistingue come animale sociale e placa il suo senso di solitudine; come i coloni spersi nelle campagne pretendevano di aver assegnato il lotto di terreno dal quale era possibile vedere il borgo, udire le campane della chiesa, così da non sentirsi soli e abbandonati, vivere in zone extraurbane porta all’associazionismo, al fare gruppo, comunità religiosa o no che sia.
L’impegno che noi come Consiglio di Circoscrizione – prosegue la consigliera di Progetto Siracusa – è quello descritto dalle varie associazioni intervenute che hanno favorevolmente colpito Mons. Pappalardo”.
Noi siamo una comunità speciale, ha detto l’Arcivescovo, perché viviamo la nostra chiesa il sabato e soprattutto la domenica, concentrando così la nostra esigenza di stare con gli altri all’interno di una comunità religiosa, organizzando al meglio tutte le iniziative, e sono molte, che coinvolgono un numero sempre più alto di cittadini, di fedeli che ora più che mai riconoscono nella Parrocchia un punto di aggregazione, d’incontro e di confronto ma anche di conforto, per i tanti che in questo periodo hanno più bisogno.
La peculiarità del territorio in cui ricade la nostra comunità parrocchiale – conclude Abela – non è e non può essere assimilato ad una realtà cittadina, quasi tutti per raggiungere la Chiesa devono spostarsi con i mezzi, non è di passaggio, non ha senso tenerla aperta, è quindi più giusto viverla così, concentrandosi sulla qualità del tempo trascorso insieme, anziché sulla quantità, a volte forzata, che caratterizza molte altre situazioni”.