Notizie a Siracusa: continua la protesta dell’operaio 36enne, Ivan Baio, che da giorni protesta davanti all’ingresso dello stabilimento Isab.
Baio il 10 novembre del 2014 saliva sulla torretta del pontile di Santa Panagia per urlare il suo malessere legato a faccende strettamente personali che si sono ripercosse, successivamente, dentro lo stabilimento.
Un gesto eclatante che aveva portato l’attenzione sul proprio caso. Baio scese dalla torretta dopo aver parlato con la maggior parte della stampa aretusea, grazie all’intervento della Digos e dei responsabili della società per cui lavora.
Sul posto fu presente anche il responsabile delle relazioni esterne dell’Isab, Luigi Cappellani, il quale spiegò ai tempi: “Da parte della società non c’è stato, e non c’è, alcun tentativo di prendere provvedimenti contro il lavoratore in questione, il quale, anzi, sarà ascoltato con attenzione, per capire esattamente quali siano le sue richieste e provare così a dargli una mano”.
Il 28 gennaio 2015 Baio risale su quella torretta avvertendo tutti tramite il suo profilo social e minacciando di non scendere. Passerà un’intera notte sopra la torretta scendendone solo alle 16 del giorno successivo.
E’ il 31 gennaio quando Baio decide di continuare la sua protesta incatenandosi davanti all’ingresso del colosso petrolchimico. Fermo nella sua posizione Baio continua a denunciare, tramite il suo profilo social abusi e soprusi messi in atto nei suoi confronti.
Oggi, però, è l’Isab a parlare a ruota libera, dopo le “forti” dichiarazioni dell’operaio 36enne.
Riportiamo di seguito la nota stampa diffusa dall’Isab:
“In relazione agli eventi riportati dalla stampa e dai media locali che hanno visto protagonista il sig. Jvan Baio e in seguito alle gravi dichiarazioni diffamatorie rese da quest’ultimo ai social network, l’azienda si vede costretta a tutelare il proprio operato e la propria reputazione puntualizzando quanto segue:
le proteste messe in atto dal sig. Baio sono il risultato finale di una condizione di malessere determinata da problemi di carattere personale che non hanno nessuna correlazione ed attinenza con l’ambiente di lavoro Questi problemi personali del sig. Baio hanno influito negativamente sulla sua attività in azienda e sul rapporto con i colleghi, nonostante ciò la dirigenza ISAB, di concerto con i diretti superiori del sig. Baio, ha fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità e prerogative per favorire il pieno recupero della capacità lavorativa del collega.
Tra le iniziative messe in atto in favore del lavoratore si registra lo spostamento in altro reparto (dal Pontile Nord al Pontile Sud senza alcun demansionamento ne decurtazione della retribuzione) richiesto dallo stesso sig. Baio a causa del deteriorarsi del rapporto con un collega coinvolto, a suo dire, nei problemi personali che costituiscono l’origine scatenante della vicenda. Già in precedenza il sig. Baio era stato spostato da altro reparto al Pontile Nord sempre per supposti problemi personali con alcuni colleghi. Durante il periodo di permanenza nel reparto Pontile Sud, il Sig. Baio, ha alternato lunghi periodi di assenza per malattia a poche giornate lavorative, fino a quando inevitabilmente è stato dichiarato non idoneo alla mansione specifica da parte del Medico di fabbrica, nonostante vi fossero gli estremi per procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro per sopravvenuta inidoneità, la dirigenza ISAB ha fatto un ultimo tentativo per salvaguardare il rapporto di lavoro con il sig. Baio, decidendo di impugnare il giudizio del Medico di fabbrica dinanzi alla Commissione medica provinciale.
La Commissione medica provinciale ha confermato il giudizio del Medico di fabbrica, rilevando la non idoneità alla mansione da parte del sig. Baio, a cui ha fatto seguito un periodo di assenza per malattia tuttora in corso. Nel periodo di inidoneità la società ha comunque messo in condizioni il sig. Baio di formarsi ed addestrarsi per ricoprire la nuova posizione in ufficio evitando di andare presso gli impianti.
La salvaguardia della privacy, ma soprattutto il buon senso ed il rispetto per la dignità della persona e del lavoratore, impongono all’azienda il doveroso silenzio sui problemi personali e familiari che hanno determinato i comportamenti del sig. Baio. Quest’ultimo però non dimostra altrettanta sensibilità quando reputa di insultare e diffamare l’azienda e la sua dirigenza utilizzando i social network.
Ma sono soprattutto gli ultimi avvenimenti, ed in particolare la protesta sulla torretta antincendio avvenuta in violazione di tutte le norme di sicurezza personali ed aziendali, che hanno imposto all’azienda l’adozione di iniziative dolorose e tuttavia ineludibili, ovvero, la contestazione e il conseguente provvedimento disciplinare determinati dalla pericolosità dell’azione e dalla sua reteirabilità.
Proprio per assicurare la prevenzione nell’ambito di un sito a rischio di incidente rilevante era stato proibito al sig. Baio di avvicinarsi alla zona impianti, ma lo stesso, il 10 novembre scorso è salito in cima ad una torretta antincendio del reparto Pontile, nei pressi dell’impianto di recupero vapori, mettendo a repentaglio la propria vita, la sicurezza dei colleghi e dello stabilimento. Imprudente e pericolosa azione purtroppo ripetuta il 28 gennaio”.