News Siracusa: il compositore Andrea Gerratana si è piazzato al terzo posto nel corso della seconda edizione del Concorso Internazionale di Composizione “Città di Nepi”.
“Il primo concorso a cui ho partecipato è stato il Placido Mandanici, concorso nazionale di composizione a cui arrivai secondo nel 2012, con un ottetto, un lavoro che mescolava un’estetica barocca con una struttura e una costruzione del pezzo contemporanei – racconta Gerratana. Poi il mio brano, 5.9 per coro e orchestra è stato selezionato dall’Orchestra dei Mille per un evento di beneficenza in memoria del terremoto dell’Emilia, eseguito a Concordia sul Secchia da un coro ed un’orchestra di oltre 700 elementi. Nel 2015 ho ricevuto una menzione speciale al concorso nazionale Veretti per la sezione dei compositori esterni con un settimino che esplorava le possibilità dei battimenti, e pochi giorni fa ho ricevuto il terzo posto al Nepi con una composizione per orchestra d’archi a tema spaziale, un tema a me molto caro”.
Il venticinquenne siracusano inizia a comporre già a 14 anni. “Ho sperimentato con tante arti, ma mi rendo conto che la musica è quella a me più congeniale, almeno per ora. La mia passione è nata da piccolo, quando i miei genitori iniziarono a comprare una collana di CD di musica classica- ricorda. Da lì ho iniziato ad amare la musica”.
Da anni è ormai allievo del maestro Joe Schittino, ma è lui stesso a dire che: “ho studiato su tanti manuali e mi sono documentato online. Internet è stato un mezzo fondamentale anche per venire in contatto con un mondo che mi era totalmente alieno. La mia formazione accademica sta nascendo solo adesso, alla scuola di musica di Fiesole”.
Tra i suoi compositori preferiti ci sono Schnittke e Shostakovich, Adams, Ligeti e Berio. Per quanto riguarda la sua attività di compositore afferma: “i compositori strutturalisti hanno influenzato il mio modo di scrivere”.
Attualmente Gerratana sta lavorando ad una suite per flauto solo, che riprende forme barocche ma con un linguaggio contemporaneo. Inoltre, “ho iniziato a pianificare “Selfportrait of [name of the player]” per pianoforte o clavicembalo, un brano “a bivi”. Infatti, l’esecutore si troverà, di pagina in pagina, in base alle sue caratteristiche fisiche e psicologiche ad eseguire spartiti diversi: per esempio, potrebbero esserci due spartiti, uno sopra l’altro e, in base all’età, eseguirne uno o l’altro. In questo modo, l’esecutore stesso costruirà un autoritratto di se stesso”.
Il sogno del giovane compositore resta uno: “riuscire a creare un universo musicale dove la realtà entra nella musica, e viceversa. Non più sottofondo o ascolto, ma riportarla dentro la quotidianità come entità stessa, come lo era nella preistoria. In altre parole, cancellare e annullare la passività dell’ascoltatore e renderlo parte stesso della musica”.