News. “Abbiamo documenti, abbiamo tante testimonianze” aveva anticipato domenica scorsa Massimo Giletti dallo studio di Non è l’Arena, palesando l’intenzione di continuare a scavare ancora più a fondo nella vicenda legata al caso Calogero Rizzuto, il direttore del Parco Archeologico di Siracusa morto per Covid-19.
La trasmissione di La7, dedita ad approfondimenti legati a temi d’immediata attualità, aveva spolverato dubbi e perplessità sul ritardo del ricovero di Rizzuto mostrando alcuni documenti inediti tra cui una ricetta del medico curante di Rizzuto con la quale si richiedeva il ricovero ospedaliero per “febbre persistente” raccogliendo la testimonianza del figlio Audenzio e quella del deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e caro amico del direttore del Parco, Nello Dipasquale che aveva aggiunto: “20 giorni di malattia di cui la metà senza cura, se avesse avuto la possibilità di entrare in ospedale prima l’esito poteva essere diverso, sistema aberrante”.
Intanto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, dopo aver ricevuto la prima relazione sulla gestione dell’emergenza sanitaria in provincia da parte del Covid team inviato dalla Regione all’Asp di Siracusa, ha ammesso che sono emerse “criticità” e “responsabilità”.
Poco dopo le ore 23.50 di ieri sera, Giletti ha ripreso le fila della vicenda tornando sul caso Rizzuto. In collegamento Audenzio Rizzuto, Marco Salvo, l’infermiere del pronto soccorso che aveva raccontato la sua verità alle telecamere di “Chi l’ha Visto?” e Stefania Prestigiacomo. A discutere gli eventi legati alla gestione dell’emergenza Covid-19 a Siracusa anche il giornalista siciliano Pietrangelo Buttafuoco.
Tra una parziale ricostruzione degli eventi, la visione di nuovi documenti legati al ricovero del direttore Rizzuto e la questione relativa alla mail di risposta che il direttore dell’Asp Salvatore Ficarra in settimana ha ribadito di aver trasmesso alla redazione del programma di La7, c’è stato spazio per gli ospiti. “Io ho molta rabbia – ha esordito Audenzio Rizzuto – però la rabbia va convogliata in energia per cercare di portare alla verità quanto successo”. In collegamento video Stefania Prestigiacomo ha inquadrato quanto accaduto in città sottolineando come “a Siracusa si è rotto il rapporto di fiducia tra la città ed il suo ospedale”. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di accertare la verità su tutto quello che è accaduto, punire i responsabili prima ancora che si concluda l’inchiesta della magistratura, perché l’ispezione amministrativa della Regione deve portare a dei risultati subito”.
In collegamento anche l’infermiere Marco Salvo che, interpellato dal conduttore di Non è l’Arena, ha raccontato: “la denuncia che ho fatto, seppur in modo forte, era semplicemente per evidenziare il dissenso critico nella gestione complessiva dell’emergenza. Il punto è che hanno creato, senza fare dei percorsi dedicati e mescolando il tutto con una sosta impropria nel pronto soccorso, una determinata promiscuità”. “In più – ha proseguito – la mancanza assoluta di addestramento del personale e il divieto messo per iscritto dalla direzione dell’utilizzo delle mascherine per evitare allarmismi ha creato un effetto Cavallo di Troia, mettendoci il nemico dentro casa”.
“Bisogna vivere, non sopravvivere. Al di là della gestione dell’emergenza – ha dichiarato concludendo il giornalista Buttafuoco – è la gestione dell’ordinario quella su cui bisogna concentrarsi. La storia Calogero Rizzuto è singolare perché lui era custode di bellezza, di grandezza un forte carico di storia sulle sue spalle, un sorriso, una capacità unica. È qualcosa che adesso ci costringe ad un impegno ulteriore”.
Un impegno che il conduttore di “Non è l’Arena” intende mantenere continuando a parlare di Siracusa e della gestione dell’emergenza sanitaria anche settimana prossima.