La Sicilia è sotto infrazione della Ue per la mancata depurazione delle acque che riguarda il 73% degli agglomerati sopra i 2000 abitanti, per un totale di 17 milioni di euro l’anno.
Lo ha reso noto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in audizione alla Commissione bicamerale Ecomafie sulla gestione delle acque reflue.
Stanziati fondi per la messa in conformità degli impianti pari a circa 1 miliardo e 350 milioni di euro.
A darne notizia è l’ex consigliere comunale Carlo Gradenigo, il quale aggiunge come sia “impensabile che nel 2020 esistano città senza fognature e che un capoluogo come Siracusa, il primo in Sicilia ad avere dal 1985 un depuratore consortile che raccoglie le acque di Siracusa, Solarino, Floridia e Zone Balneari, continui a riversare nel bacino del Porto Grande di Siracusa 6 milioni di metri cubi di reflui “depurati” l’anno”.
“Un impatto ecologicamente ed economicamente devastante per il secondo più grande porto naturale d’Europa, definito sito di interesse comunitario e utilizzato come bacino di smaltimento per le acque reflue di mezza provincia da oltre 35 anni – spiega Gradenigo – Un’autorizzazione allo sversamento provvisorio nel canale Grimaldi che dal 2019 è diventata definitiva e che rischia di allontanare per sempre gli interessi della politica”.
Infine l’ex consigliere comunale lancia un appello a Sindaco, Depurazione Regionale Siracusana, Assessorato Agricoltura e Pesca, Ias, Consorzio di Bonifica 10 e Siam, “a unire le forze e utilizzare tali fondi per liberare da questa piaga il Porto Grande di Siracusa, ridando dignità ad un bacino che prima di ogni cosa ha bisogno di essere bonificato e reso fruibile in tutta la sua straordinaria bellezza”.