News Siracusa. Importante passo avanti verso la costituzione del Tavolo permanente del Welfare in provincia di Siracusa. Ne farà certamente parte anche l’Anci Sicilia, l’associazione dei comuni dell’isola.
L’iniziativa, avviata da Confcooperative, in accordo con le altre Centrali cooperative dell’Aci, sta incontrando il sostegno e la condivisione delle amministrazioni comunali, dei sindacati e delle associazioni di categoria.
Anci Sicilia sarà, dunque, accanto alle cooperative sociali per superare attraverso azioni concrete le inefficienze registrate nella gestione dei fondi Pac e della legge 328 e a causa dei quali il settore è in pesanti difficoltà, ponendo a rischio servizi essenziali per i cittadini, partendo dall’Infanzia e dagli Anziani.
I vertici locali di Confcooperative Siracusa (il presidente, Enzo Rindinella, il vice presidente, Alessandro Schembari e il responsabile tecnico dell’Area di Siracusa, Emanuele Lo Presti, hanno incontrato ieri mattina, accolti al Comune di Canicattini Bagni dal sindaco, Marilena Miceli, il vice presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta.
Da parte sua, la garanzia della massima collaborazione nel percorso verso la costruzione di un nuovo modello di gestione del Welfare, prima di tutto nel territorio, perchè le risorse a disposizione non vadano perdute e perchè le opportunità proposte dall’Unione Europea o dallo Stato, non siano più sprecate. La parola d’ordine deve diventare “efficienza”.
Rindinella, Schembari e Lo Presti hanno fatto presente l’esigenza che i comuni, le associazioni di categoria, i sindacati, si muovano tutti nella stessa direzione e con le medesime modalità.
«Nel settore sociale– spiega il presidente Rindinella- le vicende Asacom, Fondi Pac e Legge 328 sono sintomatiche di un sistema che non funziona, di un meccanismo che si inceppa e che, pertanto, è da rivedere».
Amenta ha condiviso il punto di vista di Confcooperative, soprattutto per l’aspetto costruttivo e propositivo. Il vice presidente di Anci Sicilia ha riconosciuto che «si continuano a perdere occasioni, con il rischio– ricorda Amenta- che anche i fondi vengano sottratti ai nostri territori, per l’incapacità– ha detto a chiare lettere- di chi, nei vari uffici delle amministrazioni locali, si mostra incapace di progettare, monitorare e poi rendicontare nei tempi e nei modi previsti. Non è un caso se su circa 700 milioni di euro per le regioni dell’Obiettivo Convergenza, dopo cinque anni ne sono stati spesi soltanto 250 milioni, con il rischio di perdere i fondi europei o di recuperarli nella maniera sbagliata»
Rindinella, Schembari e Lo Presti hanno ribadito l’intenzione di portare avanti il percorso verso la costituzione del tavolo unitario del Welfare entro un breve lasso di tempo,non appena ultimate le interlocuzioni in corso con tutti i soggetti che ne dovranno far parte.