Notizie a Siracusa: si chiama Francesca ed è la presidentessa dell’associazione Pi.Gi.tin (Piccoli Giganti in TIN).
Il suo ruolo è quello di occuparsi al sostegno delle famiglie dei piccoli nati prematuri e ricoverati nello stesso reparto. Francesca, però, nella mail che invia alla stampa preferisce presentarsi come la mamma della piccola Aurora, nata prematura alla 28esima settimana e ricoverata per quattro mesi in terapia intensiva a Siracusa.
Francesca, da donne e mamma, ha deciso di aprire il cuore, dopo gli ultimi fatti accaduti, scrivendo una lettera aperta alla mamma del piccolo Mattia (venuto alla luce proprio a Siracusa).
“…Sono la mamma di una bimba nata prematuramente alla 28esima settimana a Siracusa e lì ricoverata per 4 mesi presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Umberto I°. Io ed altri genitori di bimbi prematuri siracusani, abbiamo recentemente costituito un’associazione (“Pi.Gi.tin – Associazione Genitori Piccoli Giganti in TIN”) che si occupa di sostenere le famiglie dei piccoli degenti del reparto, di fornire informazioni utili inerenti al ricovero e di promuovere l’informazione della cittadinanza sulle problematiche connesse alla prematurità, durante e dopo la degenza.
I fatti delle ultime settimane hanno particolarmente scosso la nostra cittadinanza e, soprattutto, tutti coloro che la prematurità l’hanno vissuta e la vivono. D’accordo con gli altri soci, ho sentito, dunque, l’esigenza di comunicare con la mamma di Mattia e con tutti coloro che a questa storia si sono appassionati. Partendo dalla mia esperienza, ho cercato di chiarire che ciò che è accaduto al piccolo Mattia, per quanto straziante e sconvolgente sia, è connesso alla prematurità, è molto frequente in bimbi di quell’età gestazionale e non legato alla malasanità. Inoltre, ci tenevo a far sapere che il personale sanitario del nostro reparto è vicino alle famiglie e ai bambini, che l’opinione di tantissimi genitori, sia che i bimbi ce l’abbiano fatta, sia che siano volati in cielo, è assolutamente positiva. Il lavoro di medici, infermieri e collaboratori tutti, è davvero importante per tutti noi e sentir parlare di loro come degli “orchi” ferisce non solo i sanitari stessi, non solo chi come noi è fuori dal reparto, ma anche chi è ancora lì dentro ed affida ogni giorno la vita del proprio figlio alle loro mani. Oltretutto va detto che la gestione del Dott. Tirantello ha segnato un cambiamento epocale: dal primo istante ha fatto proprio lo statuto dei diritti del bambino prematuro, rendendo, finalmente, anche i genitori siracusani parte integrante dell’equipe, autorizzandone l’ingresso in reparto e valorizzandone il ruolo.
Ma, dopo tutta questa serie di doverosi chiarimenti, resto sempre una mamma, una mamma prematura che capisce il dolore di un’altra mamma prematura. Che sa leggere in tutto questo la sofferenza, i dubbi, i sensi di colpa, il bisogno di un “perché”. Così mi unisco al dolore di questa famiglia ed offro, anche a nome dell’associazione, totale disponibilità nel caso in cui volessero parlare con chi li può capire”.