Di seguito l’analisi a firma di Mangiafico:
“Con il ritiro della fiducia al primo cittadino da parte dell’associazione “Lealtà e Condivisione”, avvenuto nella settimana appena trascorsa, a sostenere l’attuale Giunta Municipale sono rimasti solo i movimenti civici “Oltre” e “Amo Siracusa”, che in occasione delle elezioni amministrative del 2018 raccolsero, nel complesso, l’8%. Benché gran parte di coloro che si candidarono in queste liste oggi si opponga all’attuale Amministrazione comunale (evito un lungo elenco che gli addetti ai lavori possono immaginare), il sindaco è sostenuto a titolo personale da altri candidati alle elezioni del 2018 che, in cambio, ha nominato assessori, per cui, grosso modo, i conti inchiodano comunque la Giunta sotto il 10% dei consensi “fotografati” nel 2018 e sempre che in questi tre anni e mezzo l’appeal attorno alle liste e il carisma del sindaco siano rimasti immutati dopo le scelte amministrative consumate, cosa verso cui nutriamo molti dubbi.
Dunque, “Lealtà e Condivisione”, di cui riconosciamo la capacità di analisi dei fatti politici, ha posto un tema di grande rilevanza democratica: “Si può continuare a governare in assenza del Consiglio comunale nel suo complesso ovvero in assenza di confronto con la rappresentanza di oltre il 90% della città e in un momento contrassegnato da scelte delicate e strategiche?”. Riteniamo che questo quesito sia stato maldestramente derubricato dal primo cittadino e, a questo punto, dalla élite al potere che ha deciso di governare ancora per 17 (diciassette) mesi, in forza del distacco, presuntuoso e arrogante, con cui asserisce senza pudore di “non voler prendere neanche un caffè” con chi non condivide i propri valori. Una dichiarazione offensiva e tracotante nei confronti della città di Siracusa, la quale, a questo punto, non viene riconosciuta degna neanche del “saluto” nella sua, quasi totale, interezza. Perché un altro errore politico che le prossime elezioni amministrative ascriveranno alla responsabilità del primo cittadino uscente è la prepotenza con cui distingue i cittadini e le forze politiche quasi che queste ultime siano composte da faccendieri avulsi dal quotidiano contatto con la gente e con i bisogni e le sofferenze che manifesta. Sarà forse il contrario ciò che le prossime amministrative racconteranno? Che aver perso la capacità di ascolto di segnalazioni e difficoltà sia il sindaco, che paventa intrighi, ma resta lontano dalla gente?
Se questi sono i presupposti etici, ma direi principalmente “elitari”, che muovono le dichiarazioni del primo cittadino uscente, è condivisibile la pur comprensibile e ragionata affermazione di “Italia Viva” per cui è sempre meglio tenerci ancora questa Giunta Municipale, che almeno conosce la città, per 17 (diciassette) mesi, piuttosto che avere un commissario regionale per 6 (sei) mesi col rischio che non conosca cosa chiedere a valere sui fondi del Pnrr? “Italia Viva” mostra amore per la città e distacco dalle poltrone, ma noi pensiamo che perfino un commissario regionale in sostituzione del sindaco aprirebbe al confronto con le forze politiche in città nell’attesa di nuove elezioni. Al contrario, se in passato alcune iniziative volte a restituire alla città il dibattito democratico possono essere sembrate di una parte, disincentivando l’adesione di un’altra, noi invitiamo tutta quella rappresentanza associativa, civica e partitica che non si riconosce nella élite al governo ad un supplemento di riflessione, sulla opportunità che il primo cittadino rassegni anticipatamente le dimissioni per restituire il Palazzo alla città e la rappresentanza democratica a bisogni e istanze collettive.”