News Siracusa: un sit-in a Piazza Archimede per modificare la Legge Fornero. La legge sulle pensione, la L. 92/12, che nel suo stato attuale ha solo peggiorato e allungato i requisiti per accedere alla pensione, determinando iniquità e ingiustizie ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani e alle donne del nostro Paese. Questo è il pensiero delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil che hanno promosso una nuova mobilitazione in tutta Italia, a sostegno della sua modifica, portando la protesta nei territori, e quindi anche nella città di Siracusa.
CGIL, CISL e UIL rilanciano la mobilitazione per una vera riforma delle pensioni equa che non lasci indietro nessuno:
“È urgente un intervento strutturale – spiegano CGIL, CISL eUIL – di modifica della legge Fornero che abbassi l’età di accesso alla pensione reintroducendo una vera flessibilità in uscita, a partire da 62 anni senza penalizzazioni e, intervenendo, sui lavoratori precoci tenendo conto di quelli più usuranti. Questo per favorire il turn-over, quindi per incrementare l’occupazione giovanile. Occorre ridurre a 41 anni per uomini e donne la soglia contributiva necessaria per la pensione anticipata a prescindere dall’età”.
Va varata la settima salvaguardia – spiegano i sindacati – per i lavoratori esodati e consentita l’applicazione dell’opzione donna, così come vanno sanati alcuni errori macroscopici quale la quota 96 della scuola e macchinisti. La legge 335/95 introducendo il sistema contributivo di calcolo delle pensioni ha determinato una notevole diminuzione delle future (ora attuali) prestazioni pensionistiche, e per alcune categorie di lavoratori precari, discontinui, stagionali, per i giovani che entrano tardi nel mondo del lavoro, le pensioni saranno poverissime. Occorre pertanto introdurre dei correttivi al sistema.
“La maggior parte dei lavoratori e lavoratrici del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare, vivono un quotidiano di disoccupazione perenne e di precarietà e ad essi il Governo – dicono CGIL, CISL e UIL – deve, subito, dare risposte con il Lavoro “vero” e occupazione stabile per offrirgli un futuro pensionistico congruo”.
I sindacati sono, quindi, contrari ad ogni forma di riduzione delle prestazioni pensionistiche sia delle pensioni in essere che di quelle future anche con forme di anticipo penalizzanti; così come bisogna riconoscere il lavoro di cura delle donne che sostituendosi ai servizi sociali carenti del nostro Paese e del Sud in particolare, contribuiscono ad elevare il Pil italiano.