News Siracusa: ha avuto luogo anche quest’anno il tradizionale incontro presso il palazzo di Giustizia organizzato dalla sezione di Siracusa dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
Un momento, atteso da tutti gli operatori del Tribunale e denominato il “Natale del giurista”. Ad accogliere il Presule, il presidente della Sezione Civile Antonino Ali, il procuratore capo Francesco Paolo Giordano e l’aggiunto Fabio Scavone, e per il consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Alvise Troja.
Ad introdurre l’incontro, presso la biblioteca “Antonio Ricupero”, è stato il presidente dell’UGCI di Siracusa, professor Salvatore Amato che ha ringraziato l’Arcivescovo Pappalardo per la sua presenza.
“La Giustizia per essere tale deve porre le sue fondamenta sul principio inalienabile e indiscutibile della dignità di ogni essere umano. Se la Giustizia non pone al centro l’uomo, diventa inumana, anzi, paradossalmente, potrebbe diventare una “giustizia ingiusta”. Deve porsi a servizio dell’uomo – ha detto monsignor Pappalardo – per poter essere a servizio di Dio, cioè per potere aiutare l’uomo a vivere secondo la dignità che Dio gli ha dato, realizzando il fine per cui Dio l’ha creato: in definitiva, cioè, il rapporto filiale con Dio e il rapporto fraterno con gli uomini.
Dio per fare Giustizia, si carica di tutti gli errori e i pesi di ogni uomo, non usa violenza affinché non si pensi che la Verità sia dalla parte di chi è violento o di chi ha più potere e dice a voce alta a tutti i suoi figli, dal primo all’ultimo, dal meglio riuscito a chi si è perduto, al figliol prodigo e al figlio maggiore: Tu per me sei il tesoro più prezioso e per te lascio il Cielo per vivere e stare con te, per ridonarti quella dignità mortificata dal peccato e dalla Morte. Ecco la giustizia di Dio che è perfetta nella sua Misericordia. Scrive ancora Papa Francesco: “Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La Croce di Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova” (MV 21)”.