News. Vincenzo Vinciullo e Sebastiano Moncada fanno alcune considerazioni in merito alla creazione di un’app.
“App Immuni”, questo il suo nome. La sua specialità? Essere in grado di ricostruire, una volta individuata una persona contagiata da Covid-19, la catena di contatti e stabile così quante altre persone sono state contagiate.
Stando alle affermazioni del Presidente Conte «non sarà obbligatorio scaricare l’App; il sistema per essere efficace deve essere scaricato da oltre la metà della popolazione (almeno il 60%); chi deciderà di non scaricarla non subirà alcuna limitazione alla possibilità di spostamento».
«Tale App garantirà il rispetto del diritto alla privacy? Vi sarà sul punto una disciplina legislativa approvata dal Parlamento? Da chi saranno gestiti i dati sensibili raccolti? – questi i dubbi manifestati da Vinciullo e Moncada – Queste perplessità sono state espresse non solo, in maniera trasversale, da tutte le componenti politiche sia di maggioranza che di opposizione, quanto anche dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR)».
«Per poter accettare, senza difficoltà, questo sistema di controllo sanitario dei cittadini, è opportuno, nonché indispensabile ed imprescindibile, che – propongono Vinciullo e Moncada – 1) tale applicazione garantisca il rispetto del diritto alla privacy di ciascun individuo che scelga, volontariamente, di scaricarla e quindi di avvalersene; 2) il Parlamento deve emanare una norma legislativa ad hoc sul funzionamento dell’applicazione; 3) i dati sensibili raccolti vengano gestiti direttamente dalla Presidenza della Repubblica e non da società privata (così come sembrerebbe paventarsi); che i dati non escano dal territorio nazionale».
«Riteniamo – concluso Vinciullo e Moncada – che in questo momento l’esigenza di risolvere l’emergenza sanitaria, dovuta alla diffusione pandemica del c.d. coronavirus, debba, comunque, essere contemperata con il diritto alla privacy di ciascun cittadino».