News Catania: 0re 17.30 – l’Auditorium “Giancarlo De Carlo” dell’ex-Monastero dei Benedettini ospita il cantautore italiano Vinicio Capossela, reduce da una “notte brava” al teatro Massimo Bellini con il pianoforte, la sua voce e un pubblico strepitoso. Ma dopo le canzoni e le ballate, oggi si parla.
La tappa catanese del cantautore si conclude con un incontro, tenutosi questo pomeriggio, al Monastero dei Benedettini di Catania organizzato dal dipartimento di Scienze Umanistiche e dall’associazione culturale “Gammazita”, un appuntamento che ha catturato l’attenzione del pubblico grazie alla simpatia del cantante, oggi in veste di scrittore e autore del libro “Il Paese dei Coppoloni”.
Un dialogo che non poteva non aprirsi con un ricordo della strage di venerdì scorso nella capitale francese, una piccola parentesi aperta dal Rettore Giacomo Pignataro, poi il cantante viene introdotto all’intervista con il professore, Sebastiano Vecchio.
“C’è nel libro il senso del “ritorno” – afferma il professore Vecchio – proprio come in Cesare Pavese e il suo “La luna e i falò. Un ritorno alle proprie origini dunque, un’ indagare i segni per imparare prima di tutto la propria natura.
“Il libro – spiega il cantautore – è un viaggio nelle terre di origine, un cercare un senso di appartenenza a una unità”. E’ un misto tra realtà e finzione,- prosegue Vinicio Capossela – ricordando come il luogo, il paese di Cairano, in Irpinia, sia esistente ma come al suo interno si possa ritrovare il mito. È ambientato nella geografia reale ma trasferita in linguaggio mitico attraverso la mitologia paesana che rinomina ogni cosa”.
Il professore Vecchio, parla poi di una “maturità”, di una svolta nella carriera del cantante il quale però afferma come non si possa parlare proprio di maturità rivolgendosi al suo libro in quanto lo iniziò 18 anni fa.
Alla fine dell’incontro, Vinicio ricorda la scrittrice catanese Goliarda Sapienza e si presta simpaticamente a qualche autografo e qualche foto con il pubblico.