News Siracusa: tutti uniti verso lo sciopero generale del 12 dicembre. “Così non va!” è lo slogan scelto dalle organizzazioni sindacali per una riforma universale degli ammortizzatori sociali, per contrastare il lavoro debole e precario, per investire in politiche del lavoro e per tutelare lavoratori e lavoratrici ingiustamente licenziati.
Si è parlato anche di Jobs Act (“Azioni per il lavoro” con un testo coordinato con emendamenti approvati dalla Camera il 25 novembre scorso) e legge di stabilità in occasione del Consiglio territoriale Siracusa-Ragusa-Gela riunitosi per la prima volta dopo il Congresso nazionale Uil di Roma.
A Ragusa si sono ritrovate le tre componenti del Consiglio Territoriale Confederale per la prima volta dopo la costituzione e diversi sono stati gli interventi fra i 42 componenti di Siracusa, i 32 di Ragusa e i 4 di Gela. Il segretario generale territoriale della Uil Stefano Munafò ha sottolineato alcuni aspetti, in occasione della relazione introduttiva, legati allo sciopero generale del 12 dicembre, rimarcando la necessità di una maggiore unitarietà per far sì che il sindacato sia ancora più forte e determinato con un’azione concreta e reale verso la politica e i governi che sinora non sono stati all’altezza di affrontare problemi come il futuro e la tutela dei lavoratori. Concetti poi ribaditi anche dal segretario generale della Uil Sicilia Claudio Barone e dal segretario organizzativo Uil Sicilia Luisella Lionti.
Sono state 16 le categorie in rappresentanza della Uil siracusana, a testimonianza della partecipazione e della voglia di perseguire un obiettivo comune, al di là dello sciopero generale del 12 dicembre, e cioè quello di predisporre tutta una serie di interventi in favore dei lavoratori che, oggi più che mai, trovano in questa organizzazione sindacale, un vero punto di riferimento.
“Auspichiamo un’azione forte e concreta del nostro sindacato – ha detto Stefano Munafò – perché il nostro premier Renzi continua a raccontarci sempre delle bugie. Lui dice che i problemi della zona industriale a Termini Imerese e Gela sono stati risolti, a noi non risulta. Ci sono ancora dei finanziamenti che devono essere impiegati per risolvere la questione di tanti lavoratori rimasti al palo, degli impianti che sono fermi e di una volontà, quella dell’Eni, che ancora non abbiamo toccato con mano. C’è stata la chiusura di una linea di produzione, tanti posti di lavoro che si sono persi e una politica del governo che non tutela certo i lavoratori ma nemmeno le organizzazioni sindacali che vogliono salvaguardare i lavoratori stessi visto che si continua a tagliare e ridurre l’azione di chi, invece, esiste proprio per risolvere tante questioni”.
Fra le questioni che rimarca Munafò, poi, c’è la famosa mail inviata a Renzi in occasione del summit a Palazzo Vermexio dello scorso febbraio, quando il capo del Governo incontrò sindacati e sindaci a Siracusa per affrontare le tante questioni legate al nostro territorio: “Noi aspettiamo che Renzi risponda a questa mail dove abbiamo inviato una lunga lista della spesa ma la casella di posta è ancora vuota…”.