News Rosolini: estorsioni. I Carabinieri hanno sgominato un gruppo criminale. Quattro gli arresti, tutti pregiudicati, esperti nel campo delle minacce e delle violenze nei confronti di commercianti locali, per ricevere denaro. Gli arrestati, Monti Bruno, classe 1975, attualmente sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Rosolini e Di Mare Massimo, classe 1976, sono stati tratti in arresto in quanto destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere; Polizzo Benedetto, classe 1980, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione; a B. G., classe 1976, è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa con il supporto dei carabinieri della stazione di Rosolini e del gruppo cinofili di Nicolosi, pone fine alle attività criminali che da tempo si svolgevano a Rosolini. Almeno una decina i casi di estorsione intentati ai danni di imprenditori e commercianti. Per contribuire all’arresto dei malviventi, è stato prezioso il contributo delle vittime, grazie alle denunce e alle loro confessioni ai Carabinieri. Secondo le testimoninanze per convincere le vittime a pagare il “pizzo” non esitavano a esercitare comportamenti violento e oppressivo. La somma richiesta corispondeva a un ammontare di 300 euro mensili. Il modus operandi posto in essere dagli indagati si concretizzava con l’ormai noto metodo del “cavallo di ritorno”. Alla vittima veniva sottratto un bene e chiesto il pagamento di un corrispettivo in denaro per rientrarne in possesso. Non mancava il classico pagamento del “pizzo”, una somma in denaro data come garanzia per poter star tranquilli ed al fine di poter esercitare senza problematiche di sorta la propria attività imprenditoriale. In alcuni casi, pare che la persona destinataria della richiesta di “pizzo” sarebbe stata minacciata, in caso di rifuto al pagamento, di un eventuale coinvolgimento in un procedimento giudiziario.
L’indagine, condotta con metodi investigativi tradizionali nonché con l’ausilio di apparecchiature tecniche, ha evidenziato come esista tra gli indagati una sorta di rapporto di sudditanza nei confronti del loro leader Monti Bruno: quest’ultimo, infatti, appare avere un ruolo preminente atteso in paese è molto temuto sia perché arrestato più volte, sia perché molto violento e prevaricatore, per nulla rispettoso dell’ordine costituito.