News. Nella mattina di oggi la Polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione denominata “muddica” ha dato esecuzione ad ordinanze di misure cautelari coercitive ed interdittive, emesse dal Tribunale di Siracusa, nei confronti del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta e Sebastiano Elia che all’epoca dei fatti ricopriva la carica di assessore.
Entrambi sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l’assoluto divieto di comunicare con persone diverse dai familiari conviventi e dal difensore.
Coinvolti nell’inchiesta anche il sindaco di Francofonte, Daniele Nunzio Lentini destinatario del divieto di dimora nei Comuni di Melilli e Francofonte e poi ancora Reginaldo Saraceno, dipendente del Comune di Melilli; Giulia Gazzetta, responsabile del II settore del Comune di Melilli per i quali è stata applicata la misura della sospensione dal pubblico impiego.
A finire nel mirino dell’inchiesta anche diversi imprenditori tra cui Marilena Vecchio, legale dell’impresa di trasporti VECCHIO s.r.l., Sebastiano Franchino; Giovanni Zuccalà, amministratore unico dell’impresa ZUCCALÀ TRAVELSr.l; Franco Biondi, rappresentante legale della ditta EUROVIAGGI di BIONDI Franco s.a.s, gli imprenditori sono destinatari del divieto temporaneo di esercitare la propria attività.
I predetti sono accusati, a vario titolo, di diverse condotte delittuose commesse, ognuno nell’esercizio delle rispettive funzioni, nell’ambito di procedure di affidamento di lavori e servizi da parte di alcuni uffici del Comune di Melilli.
Dalle indagini, eseguite dal mese di marzo al mese di novembre del 2018 dagli investigatori del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Priolo Gargallo, è emersa un’organizzazione complessa messa in opera dal sindaco di Melilli, Giuseppe Carta e dall’assessore Elia con lo scopo di “gestire” in modo arbitrario e per il soddisfacimento di interessi particolari le procedure amministrative finalizzate all’affidamento a privati di servizi e lavori da parte degli uffici comunali.
All’interno del sodalizio, riconoscendo la validità dell’impianto accusatorio ricostruito dalla Procura e dagli investigatori, il G.I.P. ha, inoltre, individuato nel Sindaco CARTA il promotore e capo del consesso organizzato per sfruttare in modo costante il potere connesso al suo ruolo politico ed a quello di ELIA, in modo da influenzare la scelta dei soggetti imprenditoriali selezionati come contraenti del Comune, esercitando pressioni sui vari dirigenti preposti alle procedure di selezione del contraente o di affidamento diretto affinché riducessero fittiziamente, attraverso la scomposizione in più affidamenti, l’importo degli appalti, in modo da eludere le procedure più rigorose previste dalla normativa vigente, invitassero alle selezioni ditte e imprese da loro indicate e, in caso di affidamento diretto, aggiudicassero l’appalto alla ditta da loro indicata.
In alcune circostanze, poi, è stato accertato il raggiungimento di veri e propri accordi collusivi, con la complicità ed il concorso necessario degli imprenditori privati.
Emblematiche, in questo senso, alcune vicende emerse nel corso delle indagini, come quella relativa all’affidamento all’imprenditore Sebastiano Franchino di alcuni interventi di manutenzione, in cui determinante risultava l’intervento del Sindaco Carta, che favoriva, altresì, il pagamento di una fattura artificiosamente “gonfiata” o altra relativa al servizio di trasporto degli alunni della scuola materna e dell’obbligo, in relazione alla quale le indagini hanno consentito di acclarare come il servizio sia stato dapprima affidato, direttamente e senza alcuna procedura di selezione, all’impresa della Vecchio, che, poi, grazie all’accordo illecito raggiunto con i titolari delle imprese concorrenti, Zuccalà e Biondi ha continuato di fatto a prestarlo, incassandone i proventi, nonostante venisse formalmente affidato alle altre ditte e sebbene la Vecchio non disponesse di mezzi di trasporto adeguati ed in possesso dei requisiti di legge, il tutto seguendo le indicazioni e le direttive dell’Assessore Elia, che, sfruttando il potere persuasivo connesso al suo ruolo politico, istigava le condotte delittuose, agevolandole attraverso indebite pressioni e interferenze in procedimenti amministrativi e scelte decisionali di esclusiva competenza dei dirigenti preposti.
Nel corso delle indagini, le attività compiute hanno, infine, consentito di accertare anche un’ipotesi di accordo corruttivo tra il Sindaco Carta e la responsabile di una cooperativa sociale, la quale, supportata nei suoi progetti di accoglienza di minori stranieri non accompagnati con la promessa di una convenzione con il Comune di Melilli, ha promesso al primo cittadino l’assunzione di persone da lui indicate.
All’indagine è stato dato, convenzionalmente, il nome di “Operazione Muddica”, con riferimento alle espressioni dialettali “muddica” o “muddicuni” (ovvero mollica e mollicone) utilizzata dai principali indagati per individuare il beneficio ottenuto grazie alle loro condotte delittuose.