Noto. Il prossimo mercoledì in scena al “Tina di Lorenzo”, alle ore 20:45, il quinto spettacolo della stagione previsto all’interno della rassegna Palco centrale-Non solo Classici, “Il Giuramento” di Claudio Fava, per la regia Ninni Bruschetta.
Caratterizzato dal forte impegno civile “Il giuramento” è una storia d’epoca fascista che riesce a parlare, con estrema lucidità, anche del nostro presente. È il 1931, a tutti i docenti universitari fu imposto di giurare fedeltà al regime fascista. In dodici professori su milleduecento rifiutarono di prestare giuramento.
Tra questi Mario Carrara, medico legale e docente di Antropologia criminale, nella cui vita – rimasto vedevo -, «c’è l’università che per lui è esercizio del dubbio volterriano – ha affermato Claudio Fava – C’è la fantesca Tilde che lo accudisce, lo sfotte, lo scuote. C’è il suo corredo di pillole minute come un’unghia per sedare claustrofobie e gastriti. E c’è il carcere dove da vent’anni va ad ascoltare, a lenire, a curare solitudini».
Questo quanto scritto nelle notte di regia: «Ma ci siamo veramente liberati del fascismo? O è successo come ne “I Carabinieri” di Beniamino Ioppolo che con una italica acrobazia l’apparato è rimasto lo stesso e ai gerarchi si sono sostituiti i funzionari? Questa storia vera, che Claudio ha riscritto in forma teatrale, è una guida, un insegnamento di coerenza e di rigore che non attiene solo ai casi estremi o addirittura storicizzati come il fascismo ma è necessario per la vita stessa, perché quando ci pieghiamo alla prepotenza, alla volgarità della violenza in qualsiasi sua forma, siamo già morti. È inutile illudersi che chiudendo un occhio, che cedendo un po’, che rinunziando anche solo a una piccola parte della propria libertà, si possa ottenere qualcosa in cambio, perché non c’è commercio di libertà. La libertà e la vita sono la stessa cosa. La si può barattare solo con la morte».