News Siracusa: emergono nuovi particolari inquietanti sulla morte di Eligia Ardita, giovane infermiera aretusea e della piccola Giulia che portava in grembo da otto mesi.
Era la sera del 19 gennaio, quando, Eligia Ardita è morta. Dall’iniziale caso di malasanità il caso del decesso della puerpera si è spostato verso quello di un omicidio.
La perizia, infatti, esclude che la morte della Ardita possa essere collegata a delle condotte colpose da parte dei sanitari che hanno prestato soccorso alla donna. Dalla perizia, inoltre, emergerebbe che l’Ardita non era affetta da nessun tipo di patologia, come invece si era detto all’inizio riconducendo le cause del decesso ad un precario stato di salute.
L’esame autoptico sul corpo della donna, effettuato dal medico legale Orazio Cascio, ha fatto emergere delle lesioni al capo della giovane Eligia. Lesioni che, a quanto pare, sarebbero incompatibili con un semplice ed accidentale urto contro il pavimento o un’altra superficie. S’innesca, in questo modo, il sospetto che le ecchimosi in testa dell’infermiera aretusea, possano essere compatibili con “l’azione violenta reiterata di terzi”.
La magistratura alla luce dei fatti ha iscritto nel registro degli indagati il marito dell’infermiera aretusea, Christian Leonardi.
Il caso attenzionato dal settimanale “Giallo” diretto da Andrea Biavardi, grazie al collega Gian Pietro Fiore ha visto emergere dei particolari importanti.
Sul numero 38 del settimana, in edicola questa settimana, emergono delle importanti dichiarazioni del padre di Eligia, Agatino Ardita che, oltre a ribadire le accuse nei confronti dell’ex genero aggiunge dei particolari inquietanti.
Agatino Ardita dice a “Giallo“: “Quella maledetta sera quando Christian Leonardi ha ucciso mio figlia, l’ho visto gattonare sotto al letto, dove ho notato delle salviettine umidificate. In quei momenti drammatici speravo ancora che mia figlia e la mia nipotina potessero salvarsi e non ho riflettuto su quella scena“.
Papà Agatino prosegue: “Eligia negli ultimi tempi soffriva per il suo rapporto con il marito. Mia figlia era molto cattolica e prima di andare a letto leggeva sempre un passo della Bibbia. Chissà se anche la sera in cui è stata uccisa ha fatto in tempo a leggerne qualche riga. Da quel giorno, tengo la sua Bibbia sempre vicino a me: dentro ci sono le riflessioni che Eligia aveva scritto sulle pagine che più l’avevano colpita. E proprio rileggendo i suoi scritti, mi sono ulteriormente convinto che mia figlia vivesse malissimo il suo matrimonio“.
Continua Agatino per “Giallo“: “Era preoccupata: lei cercava di ricucire il rapporto, lui non perdeva occasione per maltrattarla e umiliarla. Per lui esistevano solo gli amici, i locali notturni e il gioco d’azzardo. Lasciava Eligia, incinta all’ottavo mese, da sola a casa per andare a divertirsi. Guai se lei lo contraddiceva: andava su tutte le furie“.
Dopo otto mesi dalla morte di Eligia, intanto, l’immobile coniugale sito in via Calatabiano è stato posto sotto sequestro. Saranno i carabinieri dei Ris di Messina, nei prossimi giorni, ad entrare all’interno dell’appartamento per eseguire i rilievi scientifici alla ricerca di microscopiche tracce organiche che possano ricondurre a fare definitivamente chiarezza sulla morte di Eligia e su quanto accaduto quella notte del 19 gennaio 2015.