È trascorso un anno da quando Luciano Spicuglia, in sella alla sua bici, è stato travolto mortalmente da un’autovettura nel rettilineo di Santa Teresa Longarini.
L’ex consigliere provinciale ha perduto la vita venendo sbalzato in un campo oltre la sede stradale che percorreva abitualmente.
Aveva 60 anni Spicuglia e quella mattina la sua famiglia non pensava di certo che sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe visto, prima di essere raggiunta una di quelle chiamate telefoniche che nessuno vorrebbe mai ricevere.
Ed è dopo un anno di silenzio, voluto e dettato sia dal dolore sia dalla compostezza, che proprio la famiglia di quell’uomo che tutti chiamavano amorevolmente “zio” ha deciso di rompere il silenzio con una lettera affidata alla redazione di Siracusa Times.
Lettera che abbiamo deciso di pubblicare integralmente affinché certi fatti non vengano dimenticati e certi dolori possano essere espressi piuttosto che restare nel silenzio.
Caro Papà,
per la ricorrenza del primo anniversario, abbiamo creduto di scriverti una lettera, ritenendo non fosse giusto farlo prima.Malgrado il tempo infinito per arrivare alla data del processo, ci siamo presto resi conto che, stante la richiesta di patteggiamento avanzata, tutto si sarebbe ridotto ad una sola udienza, peraltro trattata nella stessa aula in cui si giudicavano tanti altri casi, tra i quali Tizio che non pagava gli alimenti alla moglie o Caio che aveva rubato la corrente elettrica.. insomma, uno strazio!!
Poi, dopo aver riso un pò, ci siamo accorti che in quella stessa aula di Tribunale iniziavano a trattare un processo per omicidio, così di punto in bianco, durato non più di 10 minuti, durante i quali i nostri avvocati non hanno, neppure, potuto parlare, perché la legge davanti ad un patteggiamento non ammette dibattito tra le parti!!
Ma oltre al danno, purtroppo, è arrivata anche la beffa, caro Papà.
Tutti quei mesi trascorsi a pensare, per poi trovarsi davanti quella singolare sentenza di poche pagine, inviataci via mail come fosse una pubblicità… e quindi, caro Papà, avremmo potuto fare ricorsi e contro ricorsi, aspettare ancora altri mesi e, persino, ascoltare chissà quante altre fandonie ma tutto ciò non avrebbero fatto altro che spaccarci ancora di più il cuore!!
Nonostante le molte circostanze strane con cui abbiamo dovuto confrontarci e pur non avendo capito le ragioni che hanno portato ad accogliere la richiesta di patteggiamento, non vogliamo neppure giudicare l’operato del Pubblico Ministero e del Giudice.Certo, è innegabile che l’evoluzione di ogni singolo passaggio, avvenuto nell’ultimo anno, ci abbia lasciato perplessi.
Queste poche righe quindi, siamo certi, serviranno a chiarire a tutte le persone a noi vicine il motivo per il quale abbiamo preferito non rincorrere più una giustizia alla quale noi, oramai, non crediamo più.Pensiamo che, in Italia, per certi processi, non ci sia proprio nulla di “giusto”, che le sentenze variano a seconda degli interpreti e degli imputati.. e che sempre meno si basino in ragione dei fatti!!!
La verità, caro Papà, è che dopo ciò a cui siamo stati costretti, intestardirsi sarebbe significato non riprendersi più!!
Con questo ricordo, quindi, non vogliamo criticare gli aspetti legali della vicenda, perché siamo consapevoli che farlo non servirebbe, comunque, a riportarti tra noi. Vogliamo solo a dirti che rimarrai sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori, così come potrai star certo che niente e nessuno al mondo riuscirà a piegare il legame indissolubile che ci lega.Ci piace ricordare la tua presenza forte che dava coraggio a tutti, il tuo viso sempre sorridente e la tua fede per Dio e per la sua parola, tu, dall’alto, continua a darci la forza di andare avanti e di amarci come tu ci hai insegnato!
Grazie per esser stato un marito, un padre, un nonno ed un suocero meraviglioso!
La tua famiglia
Una messa in suffragio avrà luogo questo pomeriggio alle ore 18.30 presso la chiesa di San Metodio.