I lavoratori della PFE Spa dei presidi ospedalieri di Siracusa, Avola, Noto, Augusta e Lentini scrivono una lettera al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
La nuova legge finanziara approvata all’Ars contiene un articolo, il 5, all’interno del quale viene istituita in favore di “tutti gli operatori sanitari un’apposita misura premiale mensile e aggiuntiva di 1.000 euro da parte del Servizio Sanitario regionale fino alla conclusione dell’emergenza epidemiologica”.
Questo provvedimento a detta dei firmatari della lettera «è limitativo nei confronti di tutti coloro che, non essendo dipendenti delle varie Asp ne della partecipata Seus che gestisce il 118, mettono a repentaglio la propria salute e quella dei propri cari esattamente come il personale di pertinenza regionale».
«In particolare, ci riferiamo ai dipendenti della PFE SPA che svolgono la loro attività presso i presidi sanitari Siciliani – si legge nella lettera – Questi operatori, infatti, condividono gli stessi spazi e rischi degli operatori sanitari, come questi stanno a contatto prolungato con i pazienti nelle aree covid e nelle aree grigie occupandosi, oltre che dell’assistenza dei pazienti, anche della sanificazione dei percorsi e degli ambienti»
«Siamo consapevoli di non essere dipendenti regionali ma dipendenti privati, ciò nonostante non siamo immuni dal rischio e dalle difficoltà che tutti noi stiamo affrontando in questo difficile periodo – si legge nella lettera – Ci saremmo aspettati che il nostro governo, nei confronti del quale mostriamo sempre la massima fiducia, avesse pensato anche ad una forma di incentivo da erogare alle aziende che operano in ambito privato, in modo che le aziende stesse potessero gratificare anche coloro che lavorano nell’ombra, che non sono chiamati “eroi”, ma che agli eroi non hanno nulla da invidiare».
«In questo periodo così difficile per tutti noi – si legge infine nella lettera – vedere premiati gli sforzi di chi ogni giorno aiuta gli altri sarebbe doveroso oltre che corretto, perché così com’è stata concepita questa norma non si fa altro che discriminare, finanziariamente parlando, coloro che condividono con i dipendenti delle Asp i rischi e le fatiche quotidiane».