News Siracusa: una serata in compagnia di Ales Bialiatski, quella trascorsa dagli studenti dell’Istituto Scientifico “L. Einaudi” di Siracusa, protagonisti di un’esperienza straordinaria. Nell’ambito della sua presenza a Siracusa per la consegna della cittadinanza onoraria, gli studenti dell’Einaudi e alcuni componenti di Amnesty International hanno avuto l’occasione di confrontarsi con Ales Bialiatski, reduce da un’esperienza drammatica, nelle carceri bielorusse.
Ales Bialiatski ha trascorso in carcere tre anni della sua vita senza poter neanche parlare con gli altri detenuti, chi l’avesse fatto avrebbe solo aggravato la propria situazione e con ogni probabilità la durata della pena.
Il principale reato di cui è accusato è “occultamento di reddito su larga scala”. Attraverso l’associazione “Viasna” cercava di aiutare le vittime della repressione politica e diffondeva, in maniera pacifica, informazioni riguardanti le violazioni dei diritti umani in Bielorussia. Non potendo aprire dei conti correnti bancari nel suo paese lo aveva fatto in Polonia e Lituania. Lì riceveva liberi contributi con i quali cercava di condurre le sue attività sia di scrittore sia di presidente di Viesna. Le autorità bielorusse, scoperti i conti esteri, lo avevano condannato a quattro anni e mezzo di carcere.
Grazie alla pressione internazionale, esercitata da Amnesty International, attraverso la raccolta firme, il presidente della repubblica bielorussa Lukaschenko lo rimetteva in libertà un anno e mezzo prima che scadesse il suo periodo di detenzione.
Forza ed energia per continuare le sue battaglie per la libertà non solo nel suo paese ma anche in tutto l’Est Europa, è questa la risposta data da Ales alla domanda posta da uno studente sull’importanza ed il valore della cittadinanza onoraria appena ricevuta. Numerose le domande che gli studenti hanno rivolto al neo cittadino onorario, tra cui: “Perché ha continuato a svolgere le sue attività di scrittore e di difensore dei diritti umani pur sapendo di rischiare il carcere e le privazioni, unitamente ai danni arrecati alla sua famiglia?” a questa domanda, Ales Bialiatski, ha risposto che vale la pena soffrire ed affrontare privazioni e sofferenze per una società dove la libertà dovrebbe essere considerata come l’aria che respiriamo e senza la quale ci sentiremmo soffocare. Tutto questo per aiutare le vittime della repressione politica e per diffondere nel mondo intero informazioni su questo paese.
Nel corso della serata hanno fatto brevi interventi Giuseppe Provenza, membro del Coordinamento Europa di Amnesty International e Heather Mc Gill ricercatrice di Amnesty International. Più che prezioso è stato il contributo di Anna Petrova che ha tradotto le parole di Ales Bialiatski, consentendo così una facile comunicazione con i presenti.