
News. Siracusa: La Sicilia è una terra dove è innata la tradizione nell’accoglienza. Questa mattina nel Salone Amorelli di Palazzo Greco, sede dell’Istituto nazionale del dramma antico è stato presentato l’evento che si terrà lunedì 20 giugno al Teatro Greco di Siracusa in occasione della Giornata mondiale per il rifugiato. «Dall’amicizia con la consulta degli immigrati e con Ramzi Harrabi – afferma il commissario straordinario Pier Francesco Pinelli – nasce la collaborazione dell’Inda nella partecipazione per il decimo anno consecutivo a questa manifestazione. Fare cultura attraverso il teatro classico ha un profondo impegno civico». L’evento organizzato con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite vedrà in scena cento artisti che si muoveranno nella cavea che per l’occasione diventerà simbolicamente il mare. «Non possiamo avere la memoria corta – dice il musicista Mario Incudine – non possiamo dimenticare quando eravamo noi siciliani, in un tempo non tanto lontano, a partire in cerca di un futuro migliore e trovavamo i cartelli con scritto “Non si affittano case ai siciliani”. Penso sia straordinario che proprio da Siracusa, prima provincia in Italia per l’arrivo di migranti, parta una risposta significativa al mondo che dice di rimpatriarli. Noi vogliamo questa realtà – aggiunge l’artista siciliano – noi non solo accogliamo ma ospitiamo». Sarà uno spettacolo pieno di energia, un tripudio di colori e di ritmi. Presenti alla conferenza stampa anche i ragazzi dello Sprar di Melilli che danzeranno e reciteranno in lingua durante lo spettacolo, tra l’altro in pieno ramadan, gesto di grande importanza da parte loro come segno di ringraziamento. «Per me è un grande privilegio essere qui – afferma il regista, cantante e attore Moni Ovadia -. Solo qui ho visto in 53 anni di carriera, tanta disciplina, talento e amore per l’arte. La mise en espace delle Supplici che lo scorso anno avevamo rappresentato alle Latomie dei cappuccini, prenderà vita in un luogo di memoria e di tradizione come il Teatro Greco». Giove che era il protettore delle supplici, che erano coloro che venivano a chiedere, a supplicare aiuto, sono portatrici di sacralità. Con questo spirito dobbiamo accogliere i migranti. Lo spettacolo non riprenderà solo Eschilo ma parlerà anche attraverso le parole di Ignazio Buttitta e Giovanni Caccamo e vedrà in scena gli alunni dell’Accademia assieme alle sezioni primavera, junior e agli attori del 52° Ciclo di rappresentazioni classiche.