“Sono stato io” è stata questa la confessione di Paolo Cugno, compagno di Laura Petrolito. Il giovane ha ammesso di essere l’esecutore materiale del delitto, dopo un interrogatorio fiume, indicando il luogo in cui ha gettato l’arma con cui ha ferito mortalmente la compagna pugnalandola, con almeno sei coltellate al collo e al petto, e gettandola all’interno di un pozzo artesiano tra le colline sopra Canicattini Bagni in contrada Tradituso, al confine con il territorio di Noto.
Una relazione tormentata, secondo quanto dichiarato da alcuni parenti della giovane donna e testimoni, che hanno descritto il giovane come un tipo abbastanza violento.
Secondo una prima ricostruzione del medico legale Francesco Coco il decesso sarebbe avvenuto intorno alle ore 22 di sabato, tre ore dopo essere uscita da casa con il compagno. Dopo una prima ispezione, avvenuta nella giornata di ieri, sul cadavere della giovane mamma si procederà con l’autopsia che, probabilmente, sarà effettuata nella giornata di martedì.
Della giovane Laura Petrolito si erano perse le tracce la scorsa notte quando il padre preoccupato, non vedendola rincasare e non riuscendo a mettersi in contatto telefonico con lei (il cellulare era sempre spento ndr.) aveva avvertito le forze dell’ordine.
E’ ancora oscuro il movente del delitto. Anche si si fa luce la pista di un provabile raptus di gelosia da parte di Cugno nei confronti della compagna dalla quale aveva avuto un figlio di appena otto mesi.
Sono tanti i dubbi che aleggiano ancora sull’ennesimo caso di Femminicidio. L’unica certezza è che un’altra giovane, un’altra mamma, un’altra vita è stata spezzata.
Laura, capelli lunghi e biondi, sorriso contagioso, figlia unica con una storia drammatica alle spalle: abbandonata dalla madre quando aveva pochi anni d’età lascia così due figli, uno avuto da una precedente relazione ed uno, il più piccolo, dalla storia con il suo assassino.