
News Augusta: è divenuto, ormai, un caso nazionale, quello che sta interessando, in queste ore, don Palmiro Prisutto, conosciuto da tutti come difensore dell’ambiente e protagonista di numerose campagne contro l’inquinamento industriale. Famose le sue celebrazioni eucaristiche, alle quali aveva invitato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in cui leggeva i morti per cancro.
Forse, proprio questa attività, non è stata condivisa dalla Curia Arcivescovile di Siracusa. Infatti al sacerdote è arrivata la richiesta di presentare le dimissioni dall’ufficio di parroco della Chiesa Madre, Maria Ss.ma Assunta, chiesta proprio dal presule siracusano, monsignor Salvatore Pappalardo.
La motivazione offerta dalla Curia non sarebbe stata la lotta contro l’inquinamento ma si accusa al parroco di essersi curato poco, delle storiche confraternite presenti nella città megarese.
Il sacerdote non si è trovato solo, dinanzi a questo problema, infatti non solo il mondo del web si è stretto attorno a lui ma anche numerosi cittadini di Augusta che hanno partecipato al flash mob organizzato, domenica scorsa in Piazza Duomo.
A sostegno di don Prisutto anche il sindaco, Cettina Di Pietro “è importante stare accanto a padre Palmiro, un sacerdote che non si preoccupa solo delle anime della sua comunità, ma anche della loro salute. Tutta la comunità si è stretta intorno al nostro arciprete, un segnale chiaro di unione che deve renderci orgogliosi”.
Il sindaco precisa di non volere entrare nel merito delle scelte della Curia, ma “la volontà popolare è chiara e l’arcivescovo non può non tenerne conto”.
Anche Forza Nuova di Siracusa interviene sulla vicenda: “Papa Francesco nelle sua Lettera Enciclica “Laudato si’” dice di doverci prendere cura della “nostra casa comune” che è l’ambiente, tutte le sue risorse naturali e l’umanità che in esso vive. Ci fa specie e ci disgusta che la Chiesa di Siracusa si pieghi alla pressione di certi gruppi di potere e li asseconda rimuovendo don Palmiro. Nell’invitare l’arcivescovo Salvatore Pappalardo a rivedere la propria decisione, chiediamo maggiore trasparenza sulle reali motivazioni che hanno indotto la Curia a fare questo passo”.